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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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2 Collocare l’argomento nella tipologia generale dei diritti fondamentali facendo<br />

riferimento alla normativa internazionale (Nazioni Unite), regionale europea<br />

(Consiglio d’Europa e Unione <strong>Europea</strong>), nazionale (Costituzione repubblicana ) e<br />

regionale (Statuti regionali) come supporto dei nuclei tematici / contenuti<br />

individuati<br />

“Lo sviluppo umano si definisce come quel processo e quell’ insieme di azioni<br />

positive e di politiche che favoriscono e incentivano la realizzazione di “tutti i diritti<br />

umani per tutti” nel rispetto del principio dell’interdipendenza e dell’indivisibilità dei<br />

diritti economici, sociali, civili, politici, culturali.<br />

La connotazione di “umano” rinvia ai principi di etica universale recepiti dal vigente<br />

Diritto internazionale che pone, a suo fondamento, il principio del rispetto della<br />

“dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti eguali e inalienabili”<br />

(Dichiarazione Universale)” (A. Papisca, Seminario di 2° livello - Venezia S. Servolo 2007)<br />

“Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che garantisce il soddisfacimento dei<br />

bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità per le<br />

generazioni future di soddisfare i propri”.<br />

E’ la definizione data dal Rapporto Brundtland (1987) redatto dagli esperti indipendenti della<br />

Commissione mondiale delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo ed approvato dall’<br />

Assemblea generale. Tale definizione costituisce il punto di riferimento per tutti gli atti<br />

successivi; essa racchiude il concetto di bisogno, con particolare riferimento ai soggetti più<br />

sfavoriti, ai quali va riservata l’attenzione maggiore, e la non illimitatezza delle risorse naturali<br />

con la conseguente necessità di governare lo sviluppo ponendo dei limiti al peso delle attività<br />

antropiche.<br />

Il concetto di sviluppo umano viene approfondito da Amartya Sen per il quale sviluppo e<br />

benessere si fondano sull’idea di libertà individuale e di opportunità e sulla loro espansione,<br />

un’idea lontana dalle visioni economicistiche legate alla crescita del reddito individuale. In<br />

questa prospettiva la persona è posta in primo piano quale principale oggetto di analisi; si<br />

considerano le effettive opportunità di condurre una vita piena, essere parte attiva dei<br />

processi di sviluppo, partecipare a pieno titolo alla vita sociale, economica, politica.<br />

La consapevolezza che il diritto a vivere in un ambiente sano ed ecologicamente equilibrato<br />

sia presupposto indispensabile per una effettiva e integrale realizzazione <strong>degli</strong> altri diritti<br />

umani già riconosciuti (civili e politici, economici, sociali e culturali), emerge alla prima<br />

Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull’ambiente umano (Stoccolma 1972).<br />

Il primo principio della Dichiarazione finale afferma che “L’uomo ha un diritto fondamentale<br />

alla libertà, all’uguaglianza, e a condizioni di vita soddisfacenti in un ambiente che gli<br />

consenta di vivere nella dignità e nel benessere”.<br />

La Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi a Rio de Janeiro<br />

nel giugno 1992, approva l’omonima dichiarazione su ambiente e sviluppo, riaffermando nel<br />

principio n. 1 che “Gli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni dello sviluppo<br />

sostenibile. Essi hanno diritto ad una vita sana e produttiva in armonia con la natura” e, nel<br />

principio n. 25 “La pace, lo sviluppo, e la tutela dell’ambiente sono interdipendenti e<br />

indivisibili.”<br />

In questo senso il diritto allo sviluppo sostenibile può definirsi diritto sintesi o diritto<br />

strategia : la sua piena realizzazione richiede infatti la soddisfazione e la tutela di altri diritti<br />

umani (alla partecipazione, all’educazione, all’informazione, al lavoro, ...);<br />

contemporaneamente il suo riconoscimento permette la realizzazione integrale di altri diritti<br />

umani, primi fra tutti il diritto alla vita e il diritto alla salute delle generazioni presenti e di quelle<br />

future.<br />

Considerato un diritto di 3^ generazione e/o di solidarietà, è al tempo stesso diritto individuale<br />

e diritto collettivo: la persona ne è titolare e contemporaneamente controparte; il che significa<br />

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