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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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che ciascuno di noi ha, nello stesso momento, il diritto a vivere in un ambiente sano e di<br />

godere delle sue risorse e il dovere di gestire equilibratamente le risorse e di conservare i<br />

beni ambientali affinché tutta la collettività ne possa disporre. Altra caratteristica è quella di<br />

avere una dimensione intergenerazionale.<br />

Questa particolarità è evidenziata dalla Dichiarazione sulle responsabilità delle<br />

generazioni presenti verso le generazioni future (Parigi 1997 ) dell’UNESCO, un atto di<br />

rilevante importanza politica che con i suoi 12 articoli sottolinea con forza la necessità dell’<br />

assunzione di responsabilità etica verso le generazioni a venire.<br />

Ma l’espressione sviluppo umano sostenibile trova forse il suo significato più completo nella<br />

rilettura aggiornata dell’art. 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: ogni<br />

persona ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale tutti i diritti umani delle<br />

presenti e delle future generazioni possano essere completamente realizzati.<br />

“Si può dunque dire che lo sviluppo umano sostenibile è un diritto fondamentale della<br />

persona, il cui riconoscimento si rende necessario per tutelare i nuovi diritti-bisogni essenziali<br />

delle persone e della comunità umana, affermatisi come conseguenza dello sviluppo<br />

economico, sociale e politico della vita sul pianeta.”<br />

Con la Dichiarazione Universale sulla diversità culturale (2001) l’UNESCO amplia il<br />

concetto di sviluppo sostenibile aggiungendo una quarta dimensione: la diversità culturale.<br />

L’ art. 1 di detta dichiarazione sostiene che la diversità culturale “... è necessaria per<br />

l’umanità quanto la biodiversità per la natura...”, mentre l’art. 3 recita: “La diversità culturale<br />

amplia la gamma di opzioni aperte a tutti; è una delle radici dello sviluppo, inteso non<br />

semplicemente in termini di crescita economica, ma anche come mezzo per raggiungere<br />

un’esistenza più soddisfacente dal punto di vista intellettuale, emotivo, morale e spirituale.”<br />

La sostenibilità dello sviluppo si articola su tre dimensioni: ambientale, economica, sociale<br />

alle quali corrispondono altrettanti approcci: l’approccio economico che analizza gli aspetti<br />

legati alla crescita, l’approccio ecologico che mira principalmente alla tutela dell’ambiente,<br />

l’approccio sociologico che considera gli aspetti legati alla giustizia sociale, all’equità<br />

(compresa quella inter e infra generazionale), agli orientamenti valoriali e culturali.<br />

Pone al centro la persona umana e trova senso dentro la cornice della realizzazione dei Diritti<br />

Umani universalmente riconosciuti.<br />

In sintesi, il concetto (integrato) di sviluppo sostenibile si sostanzia in un principio etico e<br />

politico, che implica che le dinamiche economiche sociali e culturali siano compatibili con il<br />

miglioramento delle condizioni di vita di tutti e la capacità delle risorse naturali di riprodursi in<br />

maniera indefinita. Il suo perseguimento dipende dalla capacità della governance di<br />

garantire una interconnessione completa tra economia, società e ambiente.<br />

La Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi a Rio de Janeiro nel<br />

giugno 1992, che approva l’omonima Dichiarazione su ambiente e sviluppo, rappresenta<br />

una pietra miliare per lo sviluppo sostenibile, sia per il livello di approfondimento dei concetti<br />

ad esso correlati, sia per gli importanti risultati ottenuti.<br />

In questo Summit vengono confermati i contenuti della Conferenza di Stoccolma 1972,<br />

vengono gettate le basi per avviare i programmi di risanamento ambientale del nostro<br />

pianeta, vengono enunciati i principi (27) in base ai quali impostare le politiche nazionali ed<br />

internazionali e si pongono in evidenza i problemi globali che devono coinvolgere<br />

responsabilità ed azioni di tutti gli stati.<br />

Tra i documenti ufficiali prodotti si ricordano: Agenda 21, la Convenzione sulla Diversità<br />

Biologica, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che a<br />

sua volta porterà, nel 1997, alla stesura del Protocollo di Kyoto ( che indica politiche e<br />

misure per la riduzione di emissioni di gas serra da parte dei paesi industrializzati).<br />

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