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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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Livello nazionale<br />

Nella Costituzione della Repubblica Italiana, redatta sulla base di priorità collegate con la<br />

situazione storica e i cambiamenti sociali del tempo, non ci sono riferimenti espliciti allo<br />

sviluppo sostenibile.<br />

L’art. 9 si limita a sancire la tutela del paesaggio e dei beni culturali, mentre l’art. 32 la tutela<br />

della salute.<br />

Tuttavia già l’art. 2 evidenzia la chiara consapevolezza dei valori racchiusi anche nel<br />

concetto di sviluppo sostenibile; non è poi difficile desumere l’interdipendenza e la stretta<br />

connessione tra la tutela ambientale e la difesa dei diritti fondamentali della persona e quindi<br />

la relazione che intercorre tra ambiente e diritti umani.<br />

L’espansione economica è inoltre un obiettivo che la Repubblica si prefigge per “...rimuovere<br />

gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei<br />

cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti<br />

i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.” - art. 3<br />

Il rapporto tra economia e sviluppo sostenibile può anche essere letto alla luce dell’art. 41:<br />

“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in<br />

modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i<br />

programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere<br />

indirizzata e coordinata a fini sociali”<br />

Un altro riscontro è reperibile all’ art. 117 comma 2 lettera s e comma 3 - Titolo V le Regioni,<br />

le Province, i Comuni<br />

Entrando nello specifico l'Italia recepisce, con delibera CIPE del 28 dicembre 1993,<br />

l'orientamento delle politiche ambientali europee ed emana il primo Piano Nazionale per lo<br />

sviluppo sostenibile, redatto dalla Commissione per l'Ambiente globale del Ministero<br />

dell'Ambiente.<br />

Nell’aprile 1999 le Amministrazioni pubbliche riunite a Ferrara, danno vita al Coordinamento<br />

Agende 21 locali italiane sottoscrivendo la Carta delle città italiane per uno sviluppo<br />

sostenibile, detta per l’appunto Carta di Ferrara.<br />

La legge n. 108 (16 marzo 2001) rende esecutiva nel nostro Paese La convenzione di<br />

Aarhus (1998) dove si stabilisce che il cittadino, primo attore del processo di cambiamento,<br />

ha la possibilità di contribuire attivamente alla promozione dello sviluppo sostenibile.<br />

Nel 2002, il CIPE approva la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che per il<br />

decennio 2002-2012 individua i principali obiettivi ed azioni per quattro aree prioritarie: clima;<br />

natura e biodiversità; qualità dell'ambiente e della vita negli ambienti urbani; uso sostenibile e<br />

gestione delle risorse naturali e dei rifiuti.<br />

Tra gli strumenti d'azione, la Strategia prevede: l'integrazione del fattore ambientale in tutte le<br />

politiche di settore; il rafforzamento dei meccanismi di consapevolezza e partecipazione dei<br />

cittadini; lo sviluppo dei processi di Agenda 21 locale; l'integrazione dei meccanismi di<br />

contabilità ambientale nella contabilità nazionale.<br />

Il concetto di sviluppo sostenibile viene ulteriormente ribadito dal D.L. n. 1523 /04 2006, e<br />

successive modifiche del D.L. n. 4/01 2008 Art. 3-quater (Principio dello sviluppo sostenibile)<br />

Livello regionale<br />

466<br />

La Legge regionale, n. 55/1999 "Interventi regionali per la promozione dei diritti umani,<br />

la cultura di pace, la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà" è lo strumento<br />

normativo per l'attuazione delle politiche regionali in materia, con il coinvolgimento attivo di<br />

6

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