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Apprendere l'Unione Europea a Scuola. Contributi degli insegnanti ...

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“vite di scarto” (2004) instaurando una efficace analogia tra l’eccedenza di materiali di<br />

scarto derivanti dai processi di produzione e consumo e gli eccessi di rifiuti umani creati dai<br />

processi storici. Nell’era dell’interdipendenza globale assumono proporzioni mondiali<br />

l’impoverimento di larghe fasce della popolazione, il fenomeno dell’immigrazione, la<br />

criminalità transnazionale e i traffici ad essa connessi, evidenziando quali elementi di grave<br />

criticità, l’estrema vulnerabilità di donne e bambini.<br />

Le stime dell’ONU parlano di 2,7 milioni di vittime di tratta (ILO, 2002) con un "fatturato"<br />

annuo che si aggira intorno a 32 miliardi di dollari e un profitto, per ogni vittima, di circa<br />

67.200 dollari (Terre des Hommes ed ECPAT, 2010). Nell’80% dei casi si tratta di<br />

minorenni che mediamente hanno dai 14 ai 17 anni, ma l’età si abbassa a 11- 12 anni<br />

quando la finalità del traffico è la prostituzione.<br />

Anche l'Italia è coinvolta pesantemente nel fenomeno di sfruttamento delle vittime di tratta,<br />

come paese di destinazione e di transito, per lo più di minori provenienti da Nigeria,<br />

Romania, Moldavia, Albania e Russia (ECPAT, 2008), e immessi nei circuiti di sfruttamento<br />

della prostituzione, di economie illegali e spaccio di droga, di lavoro schiavo ad opera di<br />

organizzazioni di criminalità transnazionale. L’approccio al fenomeno fondato secondo la<br />

prospettiva dei diritti umani, olistico ed integrato, così come si evince dai numerosi<br />

documenti prodotti a livello internazionale, comunitario e nazionale permette di definire una<br />

serie di misure da adottare; tra queste emergono la cooperazione tra le forze di polizia e<br />

giudiziarie, per lo sviluppo delle economie <strong>degli</strong> Stati più poveri, la promozione di politiche e<br />

programmi di prevenzione, informazione, educazione, per la sensibilizzazione della<br />

cittadinanza e per la formazione delle persone vulnerabili nei confronti della tratta nonché di<br />

operatori esperti nell’affrontare il fenomeno tutelando i diritti delle vittime; spesso infatti<br />

prevale nei confronti di queste, soprattutto nel caso della prostituzione ma anche più in<br />

generale dell’immigrazione irregolare, l’odioso stereotipo di criminalizzazione delle vittime.<br />

Nascono quindi dalla metà <strong>degli</strong> anni ’90, in diverse città (vd. Venezia con il servizio “Città e<br />

prostituzione”, 1995), servizi studiati per rispondere ad un’emergenza, quella appunto<br />

di aiutare giovanissime donne straniere vittime di sfruttamento sessuale, che<br />

richiedono la formazione di mediatrici culturali, educatori di strada e operatori nei<br />

campi della prevenzione sanitaria, dell’accoglienza e dell’integrazione sociale, in<br />

grado di intervenire in modo efficace.<br />

Il senso di un percorso a scuola viene dal fatto che sensibilizzare, far acquisire<br />

conoscenza e consapevolezza delle cause e delle implicazioni del fenomeno del<br />

traffico di esseri umani, contribuisce a creare un tessuto sociale attento alle<br />

violazioni dei diritti umani, capace di mettere in atto processi di prevenzione,<br />

protezione e recupero sociale delle vittime. L’attività di sensibilizzazione così come<br />

l’educazione dei più giovani, cittadini di domani, ma anche potenziali operatori dei<br />

servizi sociali e sanitari, funzionari di polizia, ispettori del lavoro, mediatori culturali,<br />

è lo strumento migliore per prevenire e contrastare una delle pratiche più detestabili<br />

di violazione sistematica dei diritti umani nonché dei diritti civili e politici, economici<br />

sociali e culturali e quelli che attengono in modo più specifico alle donne e ai minori.<br />

2 - Collocare l’argomento nella tipologia generale dei diritti fondamentali facendo<br />

riferimento alla normativa internazionale (Nazioni Unite), regionale europea<br />

(Consiglio d’Europa e Unione <strong>Europea</strong>), nazionale (Costituzione repubblicana ) e<br />

regionale (Statuti regionali) come supporto dei nuclei tematici / contenuti individuati<br />

ONU<br />

Codice internazionale dei diritti umani<br />

Dichiarazione universale dei diritti umani, 1948: art.4<br />

Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, 1966: Parte III, artt. 6, 7, 10<br />

Patto internazionale sui diritti civili e politici, 1966: Parte II, art. 2; 1966: Parte III, artt. 6,<br />

7, 8, 9, 10, 12, 13, 24.

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