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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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pensiero del maestro fondatore risulterebbe verosimilmente filtrato dagli insegnamenti di<br />

Senocrate.<br />

Una scrupolosa attenzione per l’Academia antica, in quanto primo ambito di ricezione e<br />

trasmissione del pensiero platonico, è sorta in epoca contemporanea in conseguenza degli<br />

studi pubblicati dalla scuola di Tubinga sulle dottrine non scritte di Platone, le cui tracce<br />

sarebbero da ricercarsi negli scritti dei suoi discepoli e in particolare in quei testi che<br />

riportano le critiche mosse a Platone dal discepolo Aristotele. Hans J. Krämer tra gli altri<br />

ha ripercorso le linee di continuità e discontinuità nella tradizione platonica a partire dalla<br />

prima Academia antica 13 . Nell'ipotesi di Krämer il fattore di fondamentale continuità della<br />

storia dell'Academia è rappresentato dalla persistenza dei metodi della dialettica, i quali<br />

sarebbero stati codificati sistematicamente dai primi successori di Platone, come ha fatto<br />

ad esempio Aristotele nei Topici; gli stessi strumenti dialettici sarebbero stati inoltre<br />

assimilati e impiegati con grande talento da Arcesilao per la confutazione dello stoicismo<br />

di Zenone di Cizio 14 . L'ipotesi di Krämer si avvale inoltre di un'interpretazione del motto<br />

polemoniano, - lo stesso che sembrava invece permettere a Zeller di avvicinare la figura di<br />

Polemone al cinismo (v. nota 9) - per dare sostegno all'idea di una formalizzazione della<br />

dialettica da parte dei primi successori di Platone : nel noto passo di Diogene Laerzio (IV,<br />

18 : « ἔφασκε δὲ ὁ Πολέμων δεῖν ἐν τοῖς πράγμασι γυμνάζεσθαι καὶ μὴ ἐν τοῖς<br />

διαλεκτικοῖς θεωρήμασι », v. T. 2) 15 Krämer non vi legge infatti un'opposizione semplice<br />

tra theoria (in questo contesto 'teoria dialettica', quindi 'logica') e praxis (azione), quanto<br />

piuttosto l'articolazione dinamica del rapporto tra teoria etica e prassi etica, dove per teoria<br />

etica si deve intendere la dialettica dell'interrogazione intorno ad un tema, una 'ginnastica'<br />

dell'interrogazione (ἐρώτησις), con le sue regole precisamente definite 16 , in cui le<br />

questioni etiche vengono affrontate per tipologie di 'problemi', ovvero da un punto di vista<br />

formale 17 . Polemone avrebbe dunque reagito contro una tendenza al formalismo dialettico<br />

interna alla scuola academica. La particolarità di questa lettura sta nel considerare il motto<br />

polemoniano, non come una semplice ripresa della posizione già socratica sulla necessaria<br />

coerenza tra pensiero e azione, ma come una sua puntuale applicazione nella definizione<br />

dell'attività filosofica. Tuttavia, per quanto la lettura di Krämer del motto polemoniano<br />

13 Krämer (1971).<br />

14 v. Lévy (1992), pp. 20-22, dove di discute l'ipotesi di Krämer in relazione ai rapporti di Arcesilao con il pensiero di<br />

Platone.<br />

15 T. 1 = D.L. IV, 18; PHerc. 1021 e 164 : Acad. hist. col XIV 3 sqq.<br />

16 Arist., Top.: 104 b 1.<br />

17 Krämer (1971), p. 33-34. Krämer (1983), p. 155, nel commentare il medesimo passo aggiunge un riferimento alla<br />

filosofia cinica di Antistene come presentata in DL VI, 11: « τήν τ' ἀρετὴν τῶν ἔργων εἶναι, μήτε λόγων πλείστων<br />

δεομένην μήτε μαθημάτων»<br />

iv

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