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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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storica a questo personaggio, è doveroso affrontare la questione del ruolo istituzionale<br />

ricoperto da Polemone nel suo contesto sociale di appartenenza. Questione che può essere<br />

detta davvero spinosa in ragione delle difficoltà oggettive riscontrabili nel reperire un<br />

qualsiasi angolo d’approccio ad una descrizione sia del ruolo di scolarca, sia del<br />

funzionamento istituzionale della scuola, o del suo riconoscimento sul piano sociale, che non<br />

sia inevitabilmente frustrato dalla scarsa loquacità delle fonti a nostra disposizione o dalle<br />

difficoltà materiali che la ricerca storica e archeologica hanno fino ad oggi incontrato. La<br />

storia della critica su questa questione contiene in sè numerosi e illustri tentativi portati avanti<br />

da più punti di vista e che ne hanno messo chiaramente in luce la complessità e la<br />

problematicità. Partendo dalle testimonianze relative a Polemone academico, si cercherà di<br />

ravvivare alcune delle piste di indagine possibili al fine di ribadire alcune linee guida del<br />

complesso quadro socio-istituzionale di riferimento.<br />

In Diogene Laerzio leggiamo che, dopo aver incontrato Senocrate, Polemone « era così dedito<br />

al lavoro () 190 da superare gli altri e da succedere lui stesso nella direzione della<br />

scuola () » 191 . Il verbo , ricorrente nella letteratura delle<br />

192 , suggerisce una ricezione di una carica per passaggio di<br />

consegne, ovvero, in questo contesto una assunzione formale del ruolo di guida della scuola<br />

filosofica. Tuttavia si tenga presente che questo tipo di letteratura, presumibilmente inaugurata<br />

da Sozione nel II secolo a.C., inquadrando i vari filosofi nello schema rigido della successione<br />

di un discepolo al proprio maestro, si dimostra poco propensa a cogliere le varie sfumature e<br />

peculiarità delle modalità secondo le quali avveniva il passaggio da uno scolarca ad un<br />

altro 193 . L’idea dunque che la ricezione della carica di scolarca avvenga per passaggio di<br />

consegne potrebbe allora essere il frutto della particolare prospettiva adottata da tale<br />

letteratura. Nel contesto delle vite dei filosofi academici e peripatetici, Diogene Laerzio<br />

impiega parimenti il verbo e il sostantivo 194 , per indicare il ruolo di<br />

chi accede alla direzione della scuola. Il verbo e il sostantivo costituitisi a partire dalla<br />

composizione di/ e pongono le stesse difficoltà di interpretazione determinate<br />

dai progressivi slittamenti semantici del termine h/ 195 . È doveroso tenere presente che una<br />

190 Per /come tipica indicazione di una eminente attivita filosofica in Diogene Laerzio v.<br />

Sollenberger (1992), p. 3814. Cfr. D.L. II, 60 (Eschine); IV, 1 (a proposito del lavoro di Diogene Laerzio<br />

stesso); IV, 16 (Polemone); IV, 59 (Lacide); IV, 62 (Carneade); IV, 67 (Clitomaco); V, 34 (Aristotele); VII,<br />

168 (Cleante, con riferimento ad un’attività anche manuale); IX, 36 (Democrito). Sul tema della ‘fatica’ che<br />

la vita filosofica comporta, v. Plato, Ep. VII, 340 c-e.<br />

191 D.L. IV, 16.<br />

192 Fonte importante per il testo di Diogene Laerzio. v. Mejer (1976).<br />

193 v. von Kiele (1961).<br />

194 D.L. IV, 1; IV, 61; V, 2; V, 58.<br />

195 Il termine presenta un’interessante evoluzione semantica, che varia dal significato originario di ‘tempo<br />

libero’ o ‘modo d’uso del tempo libero’ a ‘occupazione seria’ ovvero ‘di studio’, fino all’accezione concreta<br />

di ‘lezione’, ‘luogo di una lezione’,‘disputa’; v. Glucker (1978), p. 161.<br />

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