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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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eius modi esset visum verum quale vel falsum. Hic Zenonem vidisse acute nullum<br />

esse visum quod percipi posse, si id tale esset ab eo quod est cuius modi ab eo<br />

quod non est posset esse. Recte consentit Arcesilas ad definitionem additum,<br />

neque enim falsum percipi posse neque verum si esset tale quale vel falsum”.<br />

La frase rimanda alla terza parte della definizione zenoniana del criterio della<br />

verità – ovvero la definizione di impressione catalettica – ampliata secondo<br />

quanto lascia credere il testo ciceroniano sotto la spinta delle questioni sollevate<br />

da Arcesilao.<br />

Si confrontino i passaggi ciceroniani con le altre testimonianze che riportano la<br />

definizione: e.g. Sext. Emp., Adv.Math. VII, 248: “καταληπτικὴ δέ ἐστιν ἡ ἀπὸ<br />

ὑπάρχοντος καὶ κατ' αὐτὸ τὸ ὑπάρχον ἐναπομεμαγμένη καὶ<br />

ἐναπεσφραγισμένη, ὁποία οὐκ ἂν γένοιτο ἀπὸ μὴ ὑπάρχοντος” (Cfr. Sext.<br />

Emp., HP II, 4; Adv.Math. VII, 255, 402, 410; D.L. VII, 46); risulterà chiaro lo<br />

sforzo fatto da Cicerone per rendere esplicita la terza clausola: ὁποία οὐκ ἂν<br />

γένοιτο ἀπὸ μὴ ὑπάρχοντος = ex eo unde esset quale esse non posset ex eo unde<br />

non esset / tale esset ab eo quod est cuius modi ab eo quod non est (non) posset<br />

esse. Come nota Sedley (2002), p. 140, la traduzione di Cicerone corrisponde ad<br />

un'interpretazione del significato della terza clausola, dal momento che per<br />

rendere ἀπὸ μὴ ὑπάρχοντος non ritiene sufficiente l'espressione indubbiamente<br />

più semplice “ab eo quod non est”. Secondo Cicerone la terza clausula equivale a<br />

dire che una impressione è catalettica se è tale che non potrebbe provenire da<br />

nient'altro se non dalla specifica cosa esistente o dallo specifico stato di cose, da<br />

cui effettivamente proviene. Per seguire la linea di un esempio classico: secondo<br />

gli stoici un'impressione di Castore è catalettica se proviene da ciò che<br />

rappresenta, ovvero da Castore, ed è tale da essere qualitativamente differente da<br />

un'impressione di Castore proveniente non da ciò che rappresenta, per esempio dal<br />

gemello Polluce.<br />

Sempre secondo il resoconto di Cicerone, questo particolare riferimento alla<br />

dinamica di corrispondenza dell' impressione con la realtà viene aggiunta alla<br />

definizione zenoniana in risposta alla questione sollevata da Arcesilao nella<br />

forma: “si eius modi esset visum verum quale vel falsum”, dove per verum et<br />

falsum intendiamo la corrispondenza con la realtà e il suo contrario.<br />

Si noti come anche nella testimonianza offerta da Sesto Empirico sul dibattito tra<br />

Arcesilao e gli stoici la definizione di impressione catalettica viene riassunta nei<br />

termini di una impressione vera e tale che non potrebbe essere falsa: Adv.Math.<br />

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