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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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dell'adesione di Cicerone alla prospettiva di Antioco (Pro Murena 63-64; Ad fam. XV, 4,<br />

6; Div. I, 17-22; Leg. I, 39) 61 . In compenso però nel prologo del V libro del De finibus<br />

Cicerone descrive se stesso come rappresentante dell'istanza academico-scettica già nel<br />

contesto del suo viaggio ad Atene nel 79 a.C. (v. Fin.V, 7 = T. 49 : ab hac Academia nova<br />

ad veterem illam vocare). Anche volendo minimizzare la credibilità storica del prologo,<br />

tuttavia, come ammette anche Glucker, non è possibile affermare che Cicerone abbia mai<br />

esplicitamente ripudiato lo scetticismo academico; anche nella sua presunta fase antiochea<br />

il rispetto per l'interpretazione scettica della tradizione platonica non lo avrebbe mai<br />

abbandonato 62 . Cicerone non si spinge mai (se non per concessione argomentativa) a<br />

qualificare come 'nova' l'Academia di Arcesilao e Carneade, come invece voleva<br />

Antioco 63 , pur accettando l'idea che Arcesilao abbia per primo dedotto dall'approccio<br />

socratico alla filosofia che niente di ciò che si percepisce con i sensi o con la mente può<br />

essere detto certo (v. De orat. III, 67 = T. 36: "Arcesilas primum, qui Polemonem audierat,<br />

ex variis Platonis libris sermonibusque Socraticis hoc maxime arripuit, nihil esse certi,<br />

quod aut sensibus aut animo percipi possit"). Anche qualora esponga un punto di vista<br />

critico rispetto alle conseguenze destabilizzatrici dello scetticismo carneadeo, in<br />

particolare in ambito politico (Leg. I, 39), non scivola mai nell'elogio del dogmatismo. Ne<br />

consegue che anche nel punto di maggiore vicinanza rispetto al pensiero di Antioco,<br />

Cicerone manterrebbe comunque un margine di distanza e autonomia. La descrizione che<br />

Cicerone stesso fornisce della differenza sostanziale tra il suo approccio alla filosofia di<br />

Antioco e quello per esempio di Lucullo può essere dunque applicata ad ogni fase del<br />

pensiero ciceroniano: "Haec tibi, Lucullo, si es adsensus Antiocho, familiari tuo, tam sunt<br />

defendenda quam moenia, mihi autem bono modo tantum quantum videbitur".<br />

Si noterà inoltre che a partire dai testi ciceroniani dove l'operazione di Antioco viene<br />

contestata, ovvero a partire da quei passaggi dove Cicerone accusa Antioco di una<br />

illegittima retroproiezione sugli antichi di questioni e terminologie maturate solo con il<br />

fiorire dello stoicismo, oppure dove lo accusa di non potersi dire legittimamente<br />

academico, ma di essere molto più simile agli stoici (Luc. 132 = T. 39 : « germanissimus<br />

stoicos »; Luc. 137 : "sed ille noster est plane, ut supra dixi, Stoicus, perpauca<br />

balbutiens";), oppure anche a partire da quei passaggi dove si dice che l'unico motivo che<br />

61 Gli stessi passi vengono discussi da una diversa prospettiva in Lévy (1992), pp. 113-118.<br />

62 v. Glucker (1988), pp. 53, e n. 60.<br />

63 v. Ac.libri I, 46, dove l'uso dell'aggettivo è solo un gesto di cortesia nei confronti dell'interlocutore; in altri contesti<br />

(v. De orat. III, 68; Leg. I, 39) Cicerone opta per 'recens' o 'recentior', che non contiente le implicazioni dispregiative<br />

di 'nova'.<br />

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