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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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ciceroniane innanzitutto come quello che dichiarano di essere: un'esposizione in lingua<br />

latina della filosofia dei greci. Nei testi ciceroniani confluisce dunque il risultato<br />

dell'interazione tra i testi della cultura filosofica greca, a cui Cicerone ha avuto accesso,<br />

tanto durante la sua formazione, quanto durante la fase più propriamente di redazione dei<br />

suoi lavori, e il contesto culturale, sociale e politico a cui Cicerone appartiene. Questa<br />

interazione presuppone un complesso lavoro di assimilazione, trasposizione, traduzione e<br />

rielaborazione, affinché la presentazione dei contenuti risulti efficace in relazione al<br />

pubblico romano 89 . Presuppone innanzitutto un lavoro filosoficamente intelligente. La<br />

particolare forma mentis filosofica, politica e retorica 90 dell'autore rimane altresì<br />

l'innegabile filtro attraverso il quale le trattazioni filosofiche di Cicerone prendono forma.<br />

2) 'Molteplicità': I testi filosofici non si concentrano sull'esposizione della dottrina di una<br />

sola scuola filosofica. Proprio perché formatosi filosoficamente all'interno del contesto<br />

academico la sua prospettiva filosofica si interessa primariamente al vaglio della coerenza<br />

delle posizioni dogmatiche sostenute dalle varie istanze filosofiche. I testi ciceroniani<br />

intendono offrire una prospettiva quanto più completa possibile su l'intero contesto<br />

filosofico con il quale Cicerone è personalmente entrato in contatto negli anni della sua<br />

formazione. Essi si sforzano di ricostruire nei limiti del possibile i presupposti storici e<br />

dottrinali delle dispute filosofiche che hanno animato il periodo ellenistico, da un punto di<br />

vista che ritiene se stesso, a torto o a ragione, tra tutti il più imparziale, ovvero la<br />

prospettiva scettico-academica posta di fronte alle varie posizioni dogmatiche. Uno dei<br />

metodi di cui Cicerone si avvale è quello della disputatio in utramque partem, orientato<br />

alla ricerca del probabile / verisimile in ogni questione 91 ; in esso si conciliano sia la<br />

formazione filosofica di Cicerone, sia la sua formazione retorica, ovvero lo sviluppo di<br />

(source-criticism) continua ad essere una risorsa importante per l'analisi della costruzione del testo ciceroniano,<br />

sopratutto in quei contesti in cui l'autore stesso fa esplicito riferimento alle sue fonti; ovvero non in funzione della<br />

ricostruzione del testo originario, ma in funzione dello studio delle modalità di assimilazione e adattazione dei testi<br />

greci nell'opera di Cicerone. Si veda il caso dei primi due libri del De Officiis, v. Dyck (1996), pp. 18-21.<br />

89 v. Davies (1971), p. 107: « For it will reflect not merely the inclinations and calibre of its author, but also a wealth of<br />

literary tradition and historical development. Like all accomplishments, literary and philosophical, it will not exist in<br />

vacuo; it will be a child of its time, moulded and influenced by a mutiple causation of which its author may indeed<br />

be only half aware ».<br />

90 v. Michel (1961).<br />

91 v. Luc. 7-8: "Nos autem quoniam contra omnes dicere quae videntur solemus, non possumus quin alii a nobis<br />

dissentiant recusare: (...); neque nostrae disputationes quidqum aliud agunt nisi ut in utramque partem dicendo<br />

eliciant et tamquam exprimant aliquid quod aut verum sit aut ad id quam proxime accedat. Nec inter nos et eos qui<br />

se scire arbitrantur quidquam interest nisi quod illi non dubitant quin ea vera sint quae defendunt, nos probabilia<br />

multa habemus, quae sequi facile, adfirmare vix possumus"; Off. II, 8 : "Contra autem omnia disputatur a nostris,<br />

quod hoc ipsum probabile elucere non posset, nisi ex utraque parte causarum esset facta contentio"; Il 'probabile' e<br />

il suo risvolto pratico viene attribuito a Carneade, v. Luc. 99.<br />

xlii

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