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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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nelle modalità di presentazione del discorso etico degli antichi e degli stoici, non<br />

lasciano molti dubbi sul fatto che Cicerone presenti al suo lettore la dinamica di un<br />

processo di uniformizzazione filosofica tra le due posizioni etiche, il quale si spinge<br />

fin dove possibile nella direzione dell'affinità e della convergenza, facendo però per<br />

quanto possibile attenzione a non falsare o annullare il contenuto specifico di<br />

ognuna. Dietro l'uniformità apparente infatti il testo ciceroniano permette anche di<br />

vedere le differenze, come si evince dal fatto che le forme sostantive del lessico<br />

specifico della conciliatio et commendatio vengono riservate ai contesti in cui si fa<br />

riferimento all'etica stoica, mentre negli altri contesti ci si limita al ricorso al forme<br />

verbali e aggettivali derivative 645 .<br />

Per una analisi storico-filosofica dell'anticipazioni peripatetiche della teoria stoica<br />

dell'oi)kei/wsij è invece opportuno avvalersi dei risultati ottenuti dallo studio di<br />

Brink (1956), secondo il quale i riferimenti contenuti nei testi di Teofrasto non<br />

equivalgono ancora a principi spendibili in ambito etico. Le indagini lessicografiche<br />

non sono infatti sufficientemente probanti per attribuire al Peripato, e a Teofrasto in<br />

particolare, la formulazione del concetto di oi)kei/wsij come perno della riflessione<br />

etica. Il fatto che il concetto abbia una posizione di grande rilievo nel resoconto<br />

dossografico attribuito ad Ario Didimo (Dox. C), può essere spiegato allora in base<br />

alle dinamiche di assimilazione e riformulazione concettuale del lessico avversario,<br />

caratteristiche dei dibattiti intrascolastici del periodo ellenistico. Rimane tuttavia<br />

vero che i testi ciceroniani e quelli ad essi successivi tendono a dare supporto all'idea<br />

che il paradigma dell'osservazione naturale, biologica come botanica, venga esteso<br />

anche all'etica in una fase non meglio precisata della riflessione peripatetica sui<br />

fondamenti del comportamento dell'uomo. Le indagini di Brink (1956) sui testi di<br />

Teofrasto confermano da una parte che l'uso teofrasteo di termini come oi)keio/thj,<br />

non è sufficiente per stabilire una prefigurazione della dottrina stoica dell' oi)kei/wsij<br />

nel peripato, e dall'altra che le riflessioni biologiche di Teofrasto hanno un certo<br />

risvolto su problemi di tipo etico. Teofrasto avrebbe dunque avvicinato l'etica e le<br />

scienze naturali più di quanto non avesse effettivamente fatto Aristotele, senza che<br />

questo determini però un reale allineamento della teoria etica peripatetica con quella<br />

stoica.<br />

Distinguere nettamente l'approccio stoico al naturalismo etico da quello peripatetico<br />

645 v. T. 39 = Luc. 131-132 ; Introduzione pp. xliv-xlv. Per una discussione delle conseguenze filosofiche della<br />

trasposizione in lingua latina del concetto greco, v. v. Hartung (1971), pp. 134-148.<br />

435

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