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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Demetrio avrebbe potuto beneficiare l’amico con un provvedimento di gh=j kai£<br />

oi)ki/aj, ovvero di concessione straordinaria del diritto di proprietà, per ovviare all’origine<br />

straniera del beneficiato. Teofrasto avrebbe così potuto acquistare il suo ed edificarvi<br />

qualche abitazione, riunirvi i propri discepoli e garantire in questo modo la stabilità della sua<br />

attività di insegnamento. In questo senso si potrebbe interpretare la frase di Diogene Laerzio<br />

sul fatto che Demetrio Falereo « lo abbia aiutato ». Tuttavia la critica ha espresso qualche<br />

perplessità anche su questo punto, prospettando l’ipotesi che la ‘concessione’ di Demetrio<br />

avrebbe potuto concretizzarsi anche in altro modo, offrendosi come garante o attraverso un<br />

sostegno finanziario, oppure ancora come concessione di una proprietà collettiva, destinata fin<br />

dall’origine alla scuola. La questione merita di essere ripresa in seguito, affrontando la<br />

questione della reazione della ‘restaurata’ democrazia alle disposizioni di Demetrio Falereo,<br />

quando il suo potere venne rovesciato.<br />

Dall’analisi dei testamenti degli scolarchi peripatetici, intanto, si delineano alcune delle<br />

caratteristiche della gestione istituzionale del Peripato. Notiamo come il fondo della scuola,<br />

costituito in origine da un giardino, un peripato e delle costruzioni di tipo abitativo, e poi<br />

eventualmente accresciutosi di altri beni, quali i libri e le suppellettili, venga generalmente<br />

trasmesso dallo scolarca ad un gruppo di dieci persone interno alla scuola stessa, o ad una<br />

singola persona, qualora la scelta dello scolarca sia pressoché obbligata, nel rispetto di un<br />

principio di non alienabilità dei beni della scuola. Il gruppo di persone sembrerebbe poi<br />

procedere all’elezione al suo interno di una scolarca, in collaborazione con il quale la vita<br />

della scuola progredisce.<br />

Ed ecco che la prospettiva di una consonanza strutturale tra le due scuole ateniesi si scontra<br />

con una difficoltà profonda. Una delle poche cose che apprendiamo infatti sull’elezione dello<br />

scolarca all’interno dell’Academia è che non si trattava di una faccenda esclusivamente<br />

interna ad un gruppo di membri anziani della scuola, ma che in essa erano coinvolti anche i<br />

più giovani. Nel testamento di Platone, come già in quello di Aristotele, è inoltre difficile<br />

scorgere una qualche traccia di una disposizione che alluda alla scuola, o ad un gruppo che<br />

possa comprendere i colleghi e discepoli. Degli altri scolarchi invece non ci sono giunte le<br />

disposizioni testamentarie.<br />

‘La cacciata dei filosofi’<br />

È possibile d’altrocanto che le due scuole sul finire del IV secolo a.C. siano state accomunate<br />

da un evento storico, divenuto poi con buona probabilità cruciale per la loro futura evoluzione<br />

istituzionale, ovvero il decreto contro i filosofi proposto da un tale Sofocle di Sunio nel 307<br />

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