UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

(verosimilmente come πρῶτον οἰκεῖον), in connessione con l'istinto di autoconservazione
(verosimilmente come πρώτη ὁρμή), ma provvisto in questo caso di una peculiare estensione,
che sembrerebbe svolgere una specifica funzione di raccordo con la tradizione vetero
academica e peripatetica. L'azione del 'diligere' viene infatti descritta in relazione non alla
costituzione (status / σύστασιν) dell'essere vivente nel suo insieme, ma alle sue componenti o
parti : "omnes partes suas diligit"; il che offre la possibilità di introdurre nel testo quella
bipartizione antropologica, che è ricorrente nei testi dove si fa riferimento all'interpretazione
antiochea del pensiero degli antichi 494 , e in base alla quale si deduce che l'appetizione auto-
conservativa dell'essere vivente si rivolge tanto all'anima quanto al corpo : (Fin. II, 33) "Nam
sunt et in animo praecipua quaedam et in corpore, quae cum leviter agnovit, tum discernere
incipit, ut ea quae prima data sint natura appetat aspernenturque contraria". Il concetto
dunque non risulta impiegato come condizione teorica dell'appetizione, da cui si estrapola un
principio superiore d'ordine nella natura, come nell'argomentazione stoica, ma viene descritto
piuttosto come una manifestazione degli oggetti di appetizione naturale, che lo sviluppo anche
morale dell'uomo è chiamato a preservare. In questo senso, l'istanza attribuita alla tradizione
vetero academica e peripatetica, a differenza di quella epicurea e quella stoica, si avvale più
concretamente dell'osservazione della natura per determinare la base empirica della sua
formula del telos 495 . Il testo ciceroniano offre inoltre altri esempi dell'uso del concetto di 'se
diligere' nel contesto dell'esposizione dei principi etici della tradizione vetero-academica, v.
Fin. V, 24, spingendosi fino a presentarlo in associazione con il vocabolo tecnico dell'
oi)kei/wsij (commendatio) 496 e in continuità con la bipartizione antropologica in Fin. V, 46:
"Et adhuc quidem ita nobis progressa ratio est, ut ea duceretur omnis a prima
commendatione naturae. Nunc autem aliud iam argumentandi sequamur genus, ut non solum
quia nos diligamus, sed quia cuiusque partis naturae et in corpore et in animo sua quaeque
494 v. Fin. IV, 16: "Idemque diviserunt naturam hominis in animum et corpus. Cumque eorum utrumque per se
expetendum esse dixissent, virtute quoque utriusque eorum per se expetendas esse dicebant, et, cum animum
infinita quadam laude anteponerent corpori, virtutes quoque animi bonis corporis anteponebant"; v.
commento a Fin. IV, 45 = T. 45, 4) "diviserunt naturam hominis in animum et corpus"; August. De civ.Dei
XIX, 1, 2: "vel in corpore, ... vel in animo"; 3, 1 : "an vero nec anima sola nec solum corpus, sed simul
utrumque sit homo, cuius sit pars una sive anima sive corpus, ille autem totus ex utroque constet, ut homo sit
(sicut duos equos iunctos bigas vocamus, quorum sive dexter sive sinister pars est bigarum, unum vero
eorum, quoquo modo se habeat ad alterum, bigas non dicimus, se ambo simul)", con l'immagine esplicativa
della la 'biga', interessante riscrittura esegetica della biga alata del Fedro.
495 v. Fin. V, 55: "Facile est hoc cernere in primis puerorum aetatulis. Quamquam enim vereor ne nimius in hoc
genere videar, tamen omnes veteres philosophi, maxime nostri,
ad incunabula
accedunt,
quod in pueritia
facillime se arbitrentur naturae voluntatem posse cognoscere"; v. esempi di 'osservazioni naturaliste' in
Arist., Hist. Anim. VIII, 1; [Arist.], MM 1206 b 17-25.
496 v. anche Fin. V, 41. l'uso del termine 'commendatio' nel testo ciceroniano risulta in ultima istanza trasversale
e non legato esclusivamente all'esposizione della posizione stoica; in relazione alla posizione epicurea, v. Fin.
II, 35: "Epicurus autem cum in prima commendatione voluptatem dixisset"; v. Ep. ad Menoec., 129: "ταύτην
γὰρ ἀγαθὸν πρῶτον καὶ συγγενικὸν ἔγνωμεν (...). Καὶ ἐπεὶ πρῶτον ἀγαθὸν τοῦτο καὶ σύμφυτον (...).
πᾶσα οὖν ἡδονὴ διὰ τὸ φύσιν ἔχειν οἰκείαν ἀγαθόν, οὐ πᾶσα μέντοι αἱρετή".
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