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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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« non impallidì neppure » (DL IV, 17; Philod., col. XII, 21-24). Se consideriamo allora che<br />

l'attitudine 'scettica' ante litteram di Pirrone sembra avere nel resoconto antigoneo dei<br />

risvolti ridicoli, ma che « (Antigono di Caristo) era solito dire che bisogna acquisire solo<br />

la disposizione d'animo (diathesis) di Pirrone » (DL IX, 64), la figura di Polemone risulta<br />

invece essere una versione perfettamente coerente dell'attitudine impassibile e ferma di<br />

Pirrone: Polemone sembrerebbe essere il vero « Pirrone », ovvero il vero maestro di<br />

coerenza tra pensiero e azione, il vero esempio di inalterabilità e saggezza. Anche tra il<br />

genere di vita di Polemone e Zenone stoico sussistono numerosi punti di contatto:<br />

entrambi vivono lontano dalla folla e in comunione con un discepolo (prediletto), ma nel<br />

caso di Zenone il non « amare la folla » si riduce a un 'fastidio' nei confronti delle altre<br />

persone, per cui il filosofo finisce per assumere comportamenti in un certo qual modo<br />

eccentrici, evitando di sedersi tra due persone, facendo in modo di non andare in giro con<br />

più di tre o quattro persone, e stabilendo un compenso per le sue lezioni al sol fine di<br />

evitare il formarsi di un gruppo numeroso (DL VII, 13-14). Il rapporto con i discepoli<br />

inoltre nel caso di Polemone viene descritto come una perfetta concordia, mentre nel caso<br />

di Zenone Antigono menziona una scenetta colorita in cui Perseo viene incoraggiato e<br />

aiutato da Zenone a portare a buon fine l'incontro con una suonatrice di flauto, insieme ad<br />

altri esempi di un approccio quantomeno brusco nel correggere i difetti dei suoi discepoli.<br />

La figura di Polemone in ultima analisi incarnerebbe in modo perfettamente coerente<br />

l'ideale stoico e pirroniano, che invece gli altri due filosofi non sembrano esser riusciti a<br />

mantenere nel concreto delle loro azioni. Polemone è più pirroniano di Pirrone e più stoico<br />

di Zenone di Cizio; o meglio, la tradizione academica, in questa prospettiva, viene<br />

presentata come già dotata di tutti quegli elementi filosofici che storicamente vengono<br />

invece considerati l'apporto specifico della filosofia stoica e pirroniana. È da segnalare qui<br />

un punto di importante convergenza tra l'intento desunto dai resoconti biografici e la<br />

posizione assunta successivamente da Antioco d'Ascalona, secondo la quale lo stoicismo<br />

sarebbe grossomodo il risultato di una mutuazione di elementi platonici dal pensiero di<br />

Polemone ad opera di Zenone di Cizio.<br />

Lo stato frammentario delle testimonianze sull'opera biografica di Antigono di Caristo e la<br />

nostra dipendenza da testimonianze indirette non ci permettono tuttavia di attribuire con<br />

certezza al biografo una specifica intenzionalità rispetto alle immagini restituite dai<br />

frammenti; esse potrebbero infatti derivare dal particolare impiego del testo da parte ad<br />

esempio di Diogene Laerzio e Filodemo di Gadara o di una fonte intermedia. Tuttavia<br />

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