UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

La tesi viene d'altrocanto impiegata per sottoporre la posizione di Antioco a una
valutazione critica, v. Tusc. V, 34: "Qua re demus hoc sane Bruto, ut sit beatus
semper sapiens: quam sibi conveniat ipse viderit (...). Nos tamen teneamus ut sit
idem beatissimus".
– titulus ... Pythagora, Socrate, Platone dignissimus:
titulus hic : ci si riferisce all'appellativo di sapiente, che implica in questo contesto
l'indifferenza di fronte a ciò che la gente comune ritiene 'bene' o 'male', ovvero la
completa indipendenza rispetto al mondo esterno.
Pythagora, Socrate, Platone : l'associazione di questi tre nomi è particolarmente
interessante se considerata in rapporto alla corrente filosofica (neo)pitagorica, in cui
elementi del platonismo vengono riletti attraverso la lente del pitagorismo, e
impersonificata, nel contesto culturale di Cicerone, dalla figura di Nigidio Figulo 614 .
Cicerone testimonia infatti dell'esistenza di una tradizione pitagorica italica,
riesumata da Nigidio, nel contesto della sua traduzione latina del Timeo platonico 615 .
L'importanza e la prolificità di questa tradizione ha attirato in abbondanza l'interesse
della critica 616 . In questo contesto è doveroso notare che questa tradizione alternativa
poneva probabilmente l'accento sul fatto che gli insegnamenti di Socrate e Pitagora
confluiscono in egual misura nella figura di Platone 617 , la quale assume di
conseguenza un sapore sapienzale. Nel passo in oggetto essa viene introdotta per
creare un contrasto con la lettura antiochea, che, avvicinando la tradizione academica
e peripatetica, si allontana invece percettibilmente dal culto della figura del saggio.
614 Nigidius Figulus, pythgoricus et magus, uomo illustre della società romana, viene associato alla rinascita del
neo-pitagorismo romano. La sua formazione lo mette in contatto con l'erudito Varrone e il filosofo stoico
Posidonio. Cicerone allineato sulle sue stesse posizioni politiche nutre profonda stima nei suoi confronti, v.
Ad fam. IV, 13; Plut., Cic. 20; an seni resp. gerenda sit. 27. Delle sue opere sono noti i seguenti titoli :
Commentarii grammatici, De diis, De augurio privato, De extis, Sphaera graecanica, Sphaera barbarica, De
vento, De hominum naturalibus, De animalibus. A Nigidio Figulo Svetonio attribuisce il vaticinio in
occasione della nascita di Ottaviano Augusto che avrebbe preannunciato il suo futuro di dominum terrarum
orbi, v. Svetonius, Vita Divi Augusti 94, 5; v. Della Casa (1962), pp. 24-27.
615 Cic., Tim. 1, 1: "fuit enim vir ille cum ceteris artibus, quae quidem dignae libero essent, ornatus omnibus,
tum acer investigator et diligens earum rerum, quae a natura involutae videntur; denique sic iudico post illos
nobile Pythagoreos, quorum disciplina extincta est quodam modo, cum aliquot saecla in Italia Siciliaque
viguisset, hunc extitisse, qui illam renovaret". Cfr. anche Tusc. IV, 1; 4; De senect. 78; v. Della Casa (1962),
pp. 37-40.
616 v. Ferrero (1955); Bonazzi, Lévy, Steel (2007);
617 v. Rep. I, 16: "Platone (...) cuius in libris multis locis ita loquitur Socrates, ut etiam, cum de moribus, de
virtutibus, denique de re publica disputet, numeros tamen et geometriam et harmoniam studeat Pythagorae
more coniungere"; Fin. V, 87: "Cur (Plato) ad reliquos Pythagoreos, Echecratem, Timaeum, Arionem Locros,
ut, cum Socratem expressisset, adiungeret Pythagoreorum disciplinam eaque quae Socrates repudiabat
addisceret?".
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