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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Xenocrate, Polemone manserunt, sive Aristotelem et Theophrastum, cum illis congruentes<br />

re, genere docendi paulum differentes, secuti sunt, sive, ut Zenoni visum est, rebus<br />

commutatis immutaverunt vocabula, sive etiam Aristonis difficilem atque arduam, sed iam<br />

tamen fractam et convictam sectam secuti sunt, ut virtutibus exceptis atque vitiis cetera in<br />

summa aequalitate ponerent: iis omnibus haec quae dixi probentur.<br />

Cfr. Polemo fr. 137 Gigante; Speusippus fr. 106 IP = 78d Tarán; Xenocrates fr. 245 IP.<br />

7 commutatis HG : communicatis AB.<br />

Traduzione<br />

Di conseguenza temo di far sì che vengano posti dei principi non correttamente illustrati<br />

o scrupolosamente esaminati. Non spero tuttavia che tutti si trovino d'accordo (non<br />

sarebbe infatti possibile), ma che coloro che ritengono che tutto ciò che è giusto e morale<br />

sia da ricercarsi di per se stesso, e che o niente deve essere annoverato tra i beni, se non<br />

ciò che è degno di lode di per se stesso, oppure quantomeno che non sia da stimarsi<br />

grande nessuno dei beni, se non quello che può essere realmente lodato di per se stesso.<br />

Per tutti questi, sia che siano rimasti nell'antica Academia con Speusippo, Senocrate,<br />

Polemone, sia che abbiano seguito Aristotele e Teofrasto, che con quelli convergono<br />

sostanzialmente, anche se sono un poco diversi nelle modalità di insegnamento, sia che,<br />

come parve giusto a Zenone, senza modificare la sostanza (dei concetti), abbiano<br />

cambiato la terminologia, sia pure che abbiano seguito la corrente di pensiero di<br />

Aristone, difficile e ardua, sebbene già interrotta e confutata, abbandonando<br />

nell'assoluta indifferenza tutte le altre cose all'infuori delle virtù e dei vizi; tutti questi<br />

vorrei che fossero d'accordo con quanto dissi.<br />

Contesto<br />

Il passo si inserisce in uno degli intermezzi dell'esposizione ciceroniana sui fondamenti del<br />

diritto 355 . Il De legibus si presenta come un trattato generale di filosofia del diritto, completato<br />

da un'esposizione organica delle leggi del popolo romano, da leggersi in continuità con il De<br />

re publica. Il rapporto mimetico con le opere di Platone, oltre ad essere esplicitamente<br />

355 v. Dyck (2004), pp. 169-170.<br />

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