UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

continuista del progresso naturale dell'uomo verso la moralità.
– Atque ab isto capite fluere necesse est omnem rationem bonorum et
malorum:
Si afferma il principio per cui il discorso etico deve partire dalla determinazione
degli oggetti di prima appetizione naturale, v. affermazioni simili: "quid natura
postulet...intelleg(ere)" (Fin. I, 42); "Progrediamur igitur, quoniam (...) ab his
principiis naturae discessimus, quibus congruere debent quae sequuntur" (Fin.
III, 20).
Il naturalismo filosofico del periodo ellenistico influenza allo stesso modo la
discussione ciceroniana sulle fonti del diritto: v. Leg. I, 20: "Visne ergo ipsius
iuris ortum a fonte repetamus? Quo invento non erit dubium, quo sint haec
referenda quae quaerimus. (...) repetam stirpem iuris a natura, qua duce nobis
omnis haec est disputatio explicanda".
Caput / fons : Cfr. Plato, Leg. 636 d-e: "δύο γὰρ αὗται πηγαὶ μεθεῖνται φύσει
ῥεῖν, ὧν ὁ μὲν ἀρυτόμενος ὅθεν τε δεῖ καὶ ὁπότε καὶ ὁπόσον εὐδαιμονεῖ, καὶ
πόλις ὁμοίως καὶ ἰδιώτης καὶ ζῷον ἅπαν, ὁ δ' ἀνεπιστημόνως ἅμα καὶ ἐκτὸς
τῶν καιρῶν τἀναντία ἂν ἐκείνῳ ζῴη."
La formulazione del principio naturalistico del discorso etico è anche una delle
premesse della Carneadia divisio, in quanto possibile terreno d'incontro
dell'istanza stoica e dell'istanza epicurea nel loro comune (per quanto sotto certi
aspetti coflittuale) rapporto con i fondamenti aristotelici del discorso etico.
v. Fin. V, 17: "Totius enim quaestionis eius quae habetur de finibus bonorum et
malorum, cum quaeritur in his, quid sit extremum, quid ultimo, fons reperiendus
est, in quo sint prima invitamenta natura; quo invento omnis ab eo quasi capite
de summo bono et malo disputatio dicitur".
Su questa vera o presunta premessa condivisa si fonda inoltre la critica sia della
posizione epicurea, sia della posizione stoica, entrambe apparentemente esposte
ad un'accusa di incoerenza tra l'uso della premessa naturalistica e gli esiti della
teoria etica. Epicuro viene accusato ad esempio di esser partito dall'osservazione
presso i bambini dell'istinto verso un piacere di tipo cinetico, per poi affermare
che un piacere di tipo katastematico è il fine delle azioni dell'uomo. La posizione
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