UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

di Antioco a una forma 'diminuita' di stoicismo ci sia il marchio originale della
polemica ciceroniana. Enfatizzando la vicinanza tra le posizioni di Antioco e
quelle degli stoici, Cicerone delegittima la 'genuina' identità academica di Antioco
e dei suoi seguaci, ribaltando in ultima istanza l'esito di quel dibattito sulla 'vera'
identità academica alimentato da Antioco stesso.
Un diverso approccio critico tende invece a ridurre l'importanza di questa frase in
seno al giudizio complessivo di Cicerone sull'Ascalonita 421 ed è pronto invece a
riconoscere il contributo dato da Antioco allo sviluppo di un 'metodo comparativo
applicabile alla storia delle idee' 422 , il cui supporto dialettico proverrebbe da
Carneade e il cui più esplicito impiego sarebbe da scoprirsi in generale nelle opere
filosofiche ciceroniane.
Per un'ulteriore contestualizzazione della frase nell'andamento argomentativo di
questo testo cfr. Luc. 69: "[Antiochus] eadem dicit quae Stoici. Paenituit illa
sensisse? Cur non se transtulit ad alios, et maxime ad Stoicos? Eorum enim erat
propria ista dissensio", dove nel contesto della disputa epistemologica sulla
'apprendibilità delle cose' ("si quid percipi possit", Luc. 68), Cicerone fa notare
con toni estremamente polemici la coincidenza tra la posizione di Antioco e la
posizione stoica. v. Sext.Emp. PH 1, 235. Vi sono ragioni per pensare che questo
tipo di giudizi vada contestualizzato nell'ambito della discussione generale del
testo del Lucullus sulle modalità della conoscenza umana. Evitando dunque di
andare alla ricerca di una coincidenza tra Antioco e gli Stoici di tipo dottrinale 423 ,
che Cicerone stesso smentisce, la fratellanza è riscontrabile sul piano
dell'approccio epistemologico dogmatico. Sempre in relazione al dogmatismo di
Antioco si può leggere il giudizio dato in Luc. 137: "sed ille noster est plane, ut
supra dixi, Stoicus, perpauca balbutiens", il quale nasce dal confronto con
Carneade e con il modo in cui quest'ultimo differenziava il suo approccio
epistemologico da quello stoico. Nel contesto dell'aneddoto riportato dal testo, il
pretore Aulo Albino interroga Carneade, prendendolo probabilmente per uno
scettico di tipo cosiddetto 'pirroniano', ovvero che esercita il dubbio
421 Cfr. e.g. Leg. I, 54: « A.: Ergo adsentiris Antiocho, familiari meo (magistro non audeo dicere) quocum vixi,
et qui me ex nostris paene convellit hortulis deduxitque in Academiam perpauculis passibus. M.: Vir iste fuit
ille quidem prudens et acutus et in suo genere perfectus mihique, ut scis, familiaris; cui tamen ego adsentiar
in omnibus necne mox videro ».
422 Michel (1969), p. 798.
423 Cfr. Striker (1997), p. 258.
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