UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

divergenza d'opinioni tra peripatetici e stoici sul valore rispettivo dei beni dell'anima, dei
beni del corpo e dei beni esterni viene trattata come una questione « quale sit » 194 e in
particolare de expetendo fugiendoque. Quest'ultima in base alla griglia dei loci è diversa
dalla questione « quale sit » de honesto turpique che invece riguarda i beni e i mali
dell'anima soltanto 195 . Le due questioni su cosa sia legittimo perseguire come un bene e
cosa invece sia 'onesto' fare risultano qualitativamente separate. Un tale inquadramento
viene poi affiancato dalla modalità argomentativa di tipo comparativo 196 , che insiste sul
contributo parziale di ogni bene, sicuramente minore quello dei beni del corpo, ma allo
stesso tempo imprescindibile dal punto di vista academico-peripatetico. Il tutto, come
mostra il seguente passo, si regola in base alla teoria dei loci applicati:
Ad tertium genus quaestionis, in quo quale sit quaeritur, in comparationem ea
cadunt quae paulo ante in comparationis loco enumerata sint. In illud autem
genus in quo de expetendo fugiendoque quaeritur adhibentur ea quae sunt aut
animi aut corporis aut externa vel commodo vel incommoda. Itemque cum de
honesto turpique quaeritur, ad animi bona aut mala omnis oratio dirigenda est.
Relativamente al terzo tipo di questioni, in cui si investiga della qualità di una
cosa, gli aspetti enumerati nel topos comparativo si prestano alla comparazione.
Nel tipo invece in cui si investiga de expetendo fugiendoque ci si occupa dei
vantaggi o svantaggi relativi all'anima o relativi al corpo o esterni. Inoltre se si
investiga de honesto turpique, tutto il discorso è rivolto ai beni o ai mali
dell'anima.
(Topica 89)
In conclusione, se si tiene conto della natura dialettica dei libri IV e V del De finibus,
ovvero del fatto che il testo è costruito in modo da rispondere agli argomenti avanzati
dallo stoicismo contro la tesi peripatetica e a sua volta controattaccare con una serie di
prima appetitio naturalis postulat, haec diligere constituereque ex his finem illum summi boni atque ultimi »; Fin. V,
24: « Ita finis bonorum existit secundum naturam vivere sic affectum, ut optime affici possit ad naturamque
accommodatissime ».
194 v. Part.or. 11: « rerum autem bonarum et malarum tria genera sunt ; nam aut in animis aut in corporibus aut extra
esse possunt ».
195 Per cui: Fin. IV, 28: « uno autem modo in virtute sola summum bonum recte poneretur, si quod esset animal, quod
tantum ex mente constaret, id ipsum tamen sic, ut ea mens nihil haberet in se, quod esset, ut valetudo est ». v.
Part.or. 19 : « Tertio autem in genere, in quo quale sit quaeritur, aut de honestate aut de utilitate aut de aequitate
dicendum est. De honestate sic, ut honestumne sit pro amico periculum aut invidiam subire ».
196 Fin. IV, 29-31; Fin. V, 38.
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