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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Teofrasto si pone come benefattore, e dall’altra, un’adeguata commemorazione del maestro<br />

Aristotele e di suo figlio, a cui Teofrasto aveva probabilmente fatto da tutore. In questa chiara<br />

manifestazione di nei confronti sia delle cose sacre, sia del defunto maestro,<br />

troviamo testimoniata la volontà di Teofrasto di consolidare preservare il ‘buon nome’ della<br />

scuola. Di seguito il testamento di Teofrasto regola la trasmissione di altri beni immobili (il<br />

giardino, il peripato e tutte quante le costruzioni situate presso il giardino -<br />

) a un<br />

gruppo di amici (), ovvero a « coloro che di volta in volta, intendono farvi scuola e<br />

praticarvi la filosofia insieme ». Questo è di fatto il primo documento di tipo legale che fa<br />

riferimento alla scuola in connessione con dei beni immobili. Il testamento di Teofrasto inoltre<br />

stabilisce la non alienabilità dei beni (), l’obbligo di disporne sempre in<br />

comune e mai privatamente « come se possedessero in comune un tempio e se ne servissero in<br />

modo reciprocamente familiare e amichevole, come si addice ed è giusto » 247 . Teofrasto<br />

nomina poi uno ad uno un gruppo di dieci , ed invita i membri più anziani<br />

() ad assicurare la massima collaborazione per il progresso della filosofia.<br />

Il parallelo con le associazioni cultuali riunite intorno ad un tempio, come si vede, viene<br />

suggerito dal testamento di Teofrasto stesso, ma appunto di parallelo e similitudine si tratta,<br />

non di identità. Se lo statuto associativo e cultuale della scuola fosse stato chiaramente già<br />

stabilito, Teofrasto si sarebbe probabilmente potuto risparmiare la lunga formula comparativa,<br />

il cui sforzo tende evidentemente a formalizzare ed assicurare quel legame di comunanza,<br />

familiarità e amicizia, posto a garanzia del progresso dell’attività filosofica. Si tratta di una<br />

formula dal marcato sapore fondativo che di fatto attesta una volta per tutte la costituzione di<br />

un patrimonio comune della scuola. Non a caso Teofrasto dà precise disposizioni perché il suo<br />

testamento venga posto in luogo sicuro e di fatto poi questo tipo documento venne<br />

accuratamente preservato all’interno della scuola 248 . Nei testamenti degli scolarchi successivi<br />

le questioni relative alla scuola vengono trattate con formule più sintetiche e sostanzialmente<br />

uniformi. La non alienabilità e lo stato di koinonia non hanno più bisogno di essere ribaditi.<br />

Nel testamento di Stratone la direzione della scuola e dunque presumibilmente la gestione dei<br />

suoi beni immobili viene affidata al solo Licone<br />

(« »), invece che a un gruppo di philoi, tra i quali<br />

successivamente sarebbe emerso lo scolarca, e la motivazione addotta sembra significare che<br />

247 D.L. V, 53. Cfr. Arist., Eth. Nic. VIII, 1159b 29-33: «Vi è amicizia nella misura in cui si hanno le cose in<br />

comune (), e infatti nella stessa misura vi è giustizia. Il proverbio ‘le cose degli amici sono<br />

comuni’ è corretto: nella comunanza sta l’amicizia ()».<br />

248 D.L. V, 54; sempre secondo la testimonianza di Diogene Laerzio (D.L. V, 64), il quarto scolarca dopo la<br />

morte di Aristotele, Aristone di Ceo, aveva raccolto le disposizioni testamentarie di Stratone “in qualche<br />

luogo ()”. Verosimilmente insieme a quelle degli altri scolarchi suoi predecessori. v. Sollenberger (1992),<br />

p. 3864 ss.<br />

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