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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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verosimilmente al tipo di informazioni di genere comune talvolta presenti nelle opere in<br />

questione, ma allo stesso tempo tende a spostare il valore di questo tipo di trattati tecnici su un<br />

livello generale, quello di un bene commune, accessibile a un molteplicità di prospettive.<br />

Il passaggio dall'indagine botanica al dominio dell'etica non si trova chiaramente esplicitato<br />

nella letteratura peripatetica superstite e non può essere attribuito con sicurezza né a Teofrasto<br />

né a qualche altro suo consociato. Il concetto di natura, come lo si trova impiegato nelle opere<br />

etiche aristoteliche, non ha lo stesso forte statuto di paradigma generale dello sviluppo<br />

dell'uomo che invece assume nella riscrittura ellenistica dell'etica degli antichi 620 . Tuttavia non<br />

sembrerebbe inappropriato sottolineare che in questo contesto il riferimento alle indagini<br />

naturalistiche peripatetiche è assulatamente centrale per la costituzione del testo di Cicerone.<br />

In secondo luogo le suddivisioni del mondo animale a seconda del tipo di locomozione e del<br />

modo di vita, quelli che nuotano nell'acqua, quelli che volando si godono il cielo, quelli che<br />

vivono sulla terra, strisciando o camminando, solitari o in branco, selvaggi, addomesticabili o<br />

nascosti (v. Tusc. V, 38: "Namque alias bestias nantes aquarum incolas esse voluit, alias<br />

volucres caelo frui libero, serpentes quasdam, quasdam esse gradientes: earum ipsarum<br />

partim solivagas, partim, congregatas, immanes alias, quasdam autem cicures, non nullas<br />

abditas terraque tectas"), fanno già parte dello sfondo teorico delle indagini biologiche di<br />

Aristotele sul mondo animale 621 . La funzione dell'enumerazione delle varie categorie animali<br />

consiste verosimilmente nel presentare la base empirica generale dalla quale viene dedotto il<br />

secondo principio comune a tutte le specie, ovvero il principio per cui non è possibile opporsi<br />

alla propria natura, per cui ogni specie deve affidarsi al proprio corredo (suum munus), in<br />

accordo con la propria caratteristica specifica (precipuus a natura datum). La caratteristica<br />

specifica dell'uomo equivale, secondo il tessto in esame, alla sua superiorità rispetto al resto<br />

del regno animale, determinata sulla base del possesso esclusivamente umano di un'anima<br />

razionale, che lo mette in relazione con la divinità : Tusc. V, 38: "sic homini multo quiddam<br />

praestantius, etsi praestantia debent ea dici, quae habent aliquam comparationem, humanus<br />

autem animus decerptus ex mente divina cum alio nisi cum ipso deo, si hoc fas est dictu,<br />

comparari potest".<br />

Tutte le tematiche fin qui presentate non appartengono alle tematiche standard del dominio<br />

dell'etica e possono invece essere messe generalmente in relazione con la metodologia e le<br />

procedure delle indagini biologiche della tradizione peripatetica. Si tratta di un punto di vista<br />

apparentemente del tutto originale rispetto alla tradizione classica, ma che si impone invece<br />

nella riscrittura ellenistica dell'etica academico-peripatetica. La tradizione d'indagine<br />

620 v. Annas (1993), p. 148-149.<br />

621 Cfr. De motu an. 698 a 5-7, dove appare per inciso una forma riassuntiva della classificazione degli animali<br />

in base alla locomozione; Hist.an. 487 a – 487 b, dove le differenti classi animali vengono descritte con<br />

abbondanza di particolari, secondo una più articolata suddivisione.<br />

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