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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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esser vicini al maestro; inoltre il gruppo più stretto di consociati composto da Polemone,<br />

Cratete, Crantore e Arcesilao sembra aver optato per una sepoltura comune, a<br />

completamento del sodalizio praticato in vita, per il volere di Polemone stesso, il quale<br />

sembra così attingere alle pratiche consolidate all'interno di altre associazioni cittadine<br />

come quella degli homotaphoi, per dare un volto immediatamente riconoscibile alle<br />

pratiche associative proprie della scuola filosofica.<br />

In relazione alle caratteristiche generali dei resoconti biografici vengono studiate anche<br />

quelle peculiari informazioni che compongono la 'rubrica letteraria' dei bioi dei filosofi<br />

academici. Nel testo di Diogene Laerzio troviamo una serie di dettagliati riferimenti ai<br />

gusti letterari di Polemone, Cratete, Crantore, Arcesilao e Menedemo : Omero viene<br />

menzionato da tutti e quattro i filosofi come autorità massima in poesia e Arcesilao sembra<br />

addirittura aver pensato il suo rapporto con il padre dell’epopea nei termini di un rapporto<br />

d’amore. Se Polemone è detto ammirare lo stile di Sofocle in opposizione a quello di<br />

Euripide, Crantore prediligeva invece quest’ultimo in ragione del suo uso poetico del<br />

linguaggio comune. La poesia di Pindaro inoltre veniva ammirata sia da Polemone sia da<br />

Arcesilao. Omero e i tragici costituiscono per i filosofi academici un riferimento culturale<br />

senza dubbio ovvio e il loro apprezzamento non sembra a prima vista poter significare<br />

niente di particolarmente originale per qualcuno che risiede nell’Atene del IV o del III<br />

secolo a.C. Tenendo tuttavia presente l’antica querelle tra filosofia e poesia e la relazione<br />

di almeno apparente conflitto nei dialoghi platonici tra la parola dei poeti e la parola del<br />

filosofo, per cui si è parlato di ‘rifiuto della poesia’ da parte di Platone, l’enfasi sugli<br />

interessi letterari del gruppo di academici diventa significativa e precisamente motivata.<br />

Nonostante le descrizioni della perfetta impassibilità di Polemone di fronte alle<br />

rappresentazioni teatrali e alla lettura dei testi poetici, non è possibile parlare nè di rifiuto<br />

nè di ostilità nei confronti della rappresentazione tragica 43 . Al contrario, il resoconto<br />

biografico di Polemone tiene a sottolineare che egli era un « ammiratore di Sofocle<br />

() e sopratutto di quei versi alla cui composizione, secondo il poeta della<br />

Commedia, “un cane molosso sembrava avesse partecipato” e di quelli che, secondo<br />

Frinico, non sono “nè edulcorati, nè mischiati, ma (hanno il sapore dell’autentico vino) di<br />

Pramno” » 44 . Polemone dunque leggeva Sofocle volentieri e ammirava in particolare certi<br />

versi che Diogene Laerzio designa facendo ricorso alle parole di altri due maestri del<br />

43 Punto di partenza teorico è qui la prospettiva adottata da Babut (1985), pp. 72-92.<br />

44 D.L. IV, 20. Cfr. Arist., Rhet. 1404 b 20-21.<br />

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