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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Senocrate come rappresentante di quel gruppo di filosofi che sono 'rimasti' nell'antica<br />

Academia, ovvero in qualità di rappresentante del gruppo di eredi di Platone rimasti<br />

interamente fedeli ai metodi del fondatore della scuola, v. Ac.libri I, 34-35 = T. 41. La<br />

posizione di questi filosofi viene detta coincidere con quella di Aristotele e Teofrasto ed è<br />

esemplificativa nell'insieme della seconda opzione filosofica presa in considerazione dal testo,<br />

in base alla quale il principio secondo cui ciò è moralmente giusto deve essere perseguito di<br />

per se stesso risulta valido (cfr. Runia (1989), T. 3). Il gruppo di filosofi depositari della<br />

tradizione platonica sarebbe inoltre concorde nel ritenere che la predicazione di ciò che è bene<br />

avviene in modo multiplo, per quanto il più grande valore sia da accordare alla virtù e alla<br />

moralità 370 . Il passo pone infine strutturalmente a confronto la posizione vetero-academica /<br />

peripatetica con la posizione stoica, ovvero con la prima opzione, secondo la quale invece non<br />

esiste altro bene oltre la virtù. Questa posizione stoica generale è del resto articolabile<br />

secondo il testo in due diverse modalità, l'una ortodossa, quella presentata da Zenone, l'altra<br />

eterodossa e difesa da Aristone di Chio. Attraverso questa rassegna storiografico-filosofica<br />

dunque Cicerone presenta il terreno di consenso che a cavallo tra la tradizione platonica e la<br />

tradizione stoica sostiene la normatività del concetto di honestum, che struttura a sua volta la<br />

discussione dei fondamenti naturali del diritto.<br />

Nella costruzione di questo fronte di consenso l'autore si avvale di una serie di posizioni<br />

storiografiche derivanti dalle strategie di Antioco d'Ascalona: 1) la convergenza di Academia<br />

e Peripato; 2) la differenza solo terminologica tra posizione stoica e posizione vetero-<br />

academica / peripatetica; per cui la critica ha ipotizzato un'influenza diretta di Antioco sul<br />

testo in questione. Tuttavia si noterà che nel seguito della trattazione, quando Cicerone<br />

riprende il tema del rapporto tra Academia / Peripato e Stoa, la sua attitudine non risulta<br />

puramente conciliatoria, né continuista; Cicerone manifesta al contrario il desiderio di essere<br />

lui stesso arbiter autonomo della questione del rapporto tra Academia e Stoa (Leg. I, 53: “Sed<br />

ego plane vellem me arbitrum inter antiquam Academiam et Zenonem datum”) e alla<br />

domanda di Pomponio Attico se allora lui sia d'accordo con quanto sostiene Antioco (Leg. I,<br />

54: “Ergo adsentiris Antiocho..”), Cicerone omette strategicamente di fornire una risposta<br />

370 Cfr. la testimonianza fondamentale di Sesto Empirico (Adv.Math. XI, 51-59 = Krantor 7A Mette), secondo<br />

cui Crantore forniva una dimostrazione della necessaria attribuzione a ciascun bene del suo posto e valore,<br />

per mezzo di un elegante esempio. Crantore immaginava che i Greci, riuniti in una festa collettiva vedessero<br />

sfilare davanti a loro i diversi beni che si disputavano il primo premio ; dopo aver accordato ad ogni bene la<br />

possibilità di argomentare in proprio favore, il pubblico avrebbe necessariamente assegnato il primo posto<br />

alla virtù, il secondo posto alla salute, il terzo al piacere, mentre ultima avrebbe collocato la ricchezza (« καὶ<br />

τούτων οὖν ἀκούσαντες οἱ Ἕλληνες τὰ μὲν πρωτεῖα τῇ ἀρετῇ ἀποδώσουσι, τὰ δὲ δευτερεῖα τῇ ὑγείᾳ, τὰ<br />

δὲ τρίτα τῇ ἡδονῇ, τελευταῖον δὲ τάξουσι τὸν πλοῦτον »), v. commento in Spinelli (1995), pp. 222-224 e<br />

passim. La presente ricerca si discosta, come apparirà evidente, dallo schema « diadochistico » di p. 225, in<br />

particolare in merito alla collocazione e funzione teorica del concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin. Di<br />

fondamentale importanza invece si considera la precisazione sulla « scansione gerarchica » dei beni esterni e<br />

corporei all'interno dell'esempio crantoreo.<br />

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