UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

autori di tragedie in un libro e Su la poetica e i poeti in un libro 300 .
Riassumendo : Omero viene menzionato dai quattro filosofi academici in qualità di autorità
massima in poesia (epica) e Arcesilao sembra addirittura aver pensato il suo rapporto con il
padre dell’epopea nei termini di una relazione d’amore. Polemone è noto per essere un
ammiratore dello stile di Sofocle piuttosto che di quello di Euripide, mentre Crantore al
contrario prediligeva quest’ultimo per via dell’uso poetico del linguaggio ordinario. La poesia
di Pindaro veniva apprezzata non solo da Arcesilao, ma anche da Polemone che la prendeva
infatti a modello per il suo stile argomentativo : « quando argomentava, evitava ogni
soleicismo e si asteneva da ogni raffinamento eccessivo, era un ammiratore entusiasta
dell’armonia di Pindaro, come si potrebbe dire
(
s.» 301 . Il rapporto
del filosofo academico con la poesia è dunque guidato dalla convinzione che lo stile ha una
incidenza determinante sulla circolazione del contenuto. È evidente che, nel caso di
Polemone, lo stile che il filosofo apprezza e adotta corrisponde alla sua attitudine generale
rispetto al mondo : Polemone sceglie di non impiegare nè un linguaggio trascurato, nè delle
finezze esagerate. Egli tende verso un’ ‘armonia’ senza eccesso che ricalca da vicino la sua
attitudine austera 302 , come verso un controllo perfetto sulle passioni ; queste ultime infatti, in
prospettiva platonica, sono prima di tutto la manifestazione di un eccesso e di una mancanza
di ‘armonia’ nell’anima. Sulla base di un simile principio, Polemone seleziona parimenti i
poeti e i testi il cui stile veicola un'attitudine conforme alla propria. L’espressione
« ammiratore entusiasta dell’armonia pindarica () » 303
risulta particolarmente interessante ; a questo proposito possiamo prendere in conto ciò che
Dionigi d’Alicarnasso (I secolo a.C.) esprime a proposito di Pindaro come rappresentante
dell’ ‘armonia austera’, ovvero di un tipo di stile che « seleziona i ritmi pieni di dignità e
maestosi () » 304 ,
300 D.L. V, 87-88. Cfr. la lista delle opere di Demetrio Falereo (D.L. V, 81), di Cleante (D.L. VII, 175), e anche
quella di Democrito (D.L. IX, 48).
301 Philod. col. XIV, 7-12.
302 La corrispondenza tra l’attitudine del filosofo e l’opera d’arte è anche alla base di un passaggio in Filodemo
dove l’attitudine di Polemone viene paragonata a ciò che il pittore Melanto diceva su certi quadri, coll. XIII
43 – XIV 3: «
(pur avendo qualcosa di nobile,
simile a quei quadri che manifestano sicurezza e secchezza, come dice Melanto, poiché era dotato della
dignità tipica di un (buon) cittadino)»; cfr. D.L. IV 18, ulteriori riferimenti in Dorandi (1999), p. 9 (frr. 9A et
9B).
303 Cfr. il parallelo con D.L. IV, 19, dove si tratta delle qualità morali di Senocrate, che Polemone prende a
modello: «In ogni caso, Polemone ne (scil. Senocrate) ha sempre fatto menzione e fece propria la sincerità,
l’austerità di quell'uomo e la gravità del modo dorico ()» ; v. p. 70.
304 Dion. Halic., “Peri£ sunqe/sewj o)nomatw=n”, VI, 22, 4. tr. fr. dans G. Aujac, M. Lebel (eds.), Denys
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