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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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me/sa kaqh/konta - Stob. Ecl. II, 7, 8, p. 86 Wachsmuth = SVF III 498: Ou)k ei)=nai<br />

de£ katorqw/mata ta£ mh£ ou( /twj e/)xonta, a£ dh£ ou)de£ te/leia kaqh/konta<br />

prosagoreu/ousin, a)lla£ me/sa, oi(=on to£ gamei=n, to£ presbeu/ein, to£ diale/gesqai,<br />

ta/ tou/toij o(moi£a.<br />

omnia aut pleraque : o tutti o la maggior parte, il più grande numero. cfr. pa/nta<br />

nella sopracitata formula del telos di Archedemo.<br />

servantem: cfr. Off. I, 33; I, 92; I, 149; "osservare", "conservare". v. Fin. III, 20 :<br />

"Initiis igitur ita constitutis, ut ea, quae secundum naturam sunt, ipsa propter se<br />

sumenda sint contrariaque item reicienda, primum est officium...ut se conservet in<br />

naturae statu, deinceps ut ea teneat, quae secundum naturam sint, pellatque<br />

contraria. Qua inventa selectione et item reiectione sequitur deinceps cum officio<br />

selectio, deinde ea perpetua, tum ad extremum constans consentaneaque naturae, in<br />

qua primum inesse incipit et intellegi, quid sit, quod vere bonum possit dici", da cui<br />

si deduce che nel nucleo essenziale del 'dovere' vi sono tutte quelle attività che sono<br />

'conformi a natura', ovvero connaturate alla costituzione dell'uomo; v. LS (1987), 59,<br />

commento vol. I, pp. 365-368.<br />

- Illud...hoc : si sottolinea la differenza tra le prime due significazioni. Il primo<br />

approccio a) è descrittivo di una condizione di pertinenza solo del saggio,<br />

presumibilmente nella misura in cui contiene un riferimento alla perfetta coerenza<br />

del logos; mentre il secondo b) accomuna sotto la medesima formula sia i saggi che i<br />

non-saggi. Sulla base di questa distinzione la legittimità della seconda significazione<br />

viene contestata. Tuttavia non è evidente per quale motivo la capacità di esprimere<br />

nella formula del telos una via progressiva verso la virtù, percorsa in effetti sia dai<br />

proko/ptontej, sia da chi ha ultimato il percorso e può essere detto saggio, dovrebbe<br />

inficiarne la validità, a meno di non tener conto di quanto si legge per esempio in v.<br />

D.L. VII, 127: "Gli Stoici ritengono che non esista nulla di intermedio tra virtù e<br />

vizio, mentre i Peripatetici asseriscono che tra la virtù e il vizio c'è il progresso<br />

morale: gli Stoici dicono, infatti, che come un pezzo di legno è per forza o dritto o<br />

storto, così un uomo è giusto o ingiusto, e non può essere più giusto o più ingiusto, e<br />

così dicasi per le altre virtù ( Ἀρέσκει δ' αὐτοῖς μηδὲν μεταξὺ εἶναι ἀρετῆς καὶ<br />

κακίας, τῶν Περιπατητικῶν μεταξὺ ἀρετῆς καὶ κακίας εἶναι λεγόντων τὴν<br />

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