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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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spontanea ad una situazione particolare, a cui difatti un certo numero di spettatori assiste (v. i<br />

passanti che deridono Pirrone, l’amico che rimprovera quest’ultimo di essere incoerente,<br />

l’accento posto sui banchetti e le frequentazioni dei potenti nella vita di Zenone); queste<br />

biografie finiscono dunque per restituirci una certa ‘immagine pubblica’ del filosofo, fatta non<br />

di opinioni personali e atteggiamenti idealizzati, ma di abitudini concrete e pubblicamente<br />

riscontrabili. In conclusione, i bioi ignorano le questioni di tipo filosofico-speculativo nella<br />

misura in cui si interessano all’uomo-filosofo e al tipo di relazioni che egli intrattiene con la<br />

realtà politica e sociale che lo circonda. È da notarsi tuttavia che, nel fornire tale immagine<br />

del filosofo nel suo rapporto con la realtà, il biografo difficilmente può prescindere del tutto<br />

dall’istanza filosofica che il suo personaggio incarna ed oltretutto le sue scelte stilistiche e<br />

contenutistiche finiscono per rivelare una concezione più o meno precisa di quali siano,<br />

secondo l’autore, gli elementi caratteristici di una vita propriamente filosofica. Antigono si<br />

differenzia così da altre tradizioni della letteratura biografica greca dal punto di vista del<br />

movente, dello scopo e della struttura della narrazione 61 e, in ultima istanza, rende accessibile<br />

un’immagine vivace e articolata del milieu in cui le varie figure di filosofi si inseriscono.<br />

Tenendo presente quest’attitudine del biografo e l’impressione di generale benevolenza nei<br />

confronti del gruppo dei filosofi academici, la lettura del bios di Polemone può risultare<br />

particolarmente feconda. Se infatti le chiare traccie nel testo di Diogene Laerzio sui bioi degli<br />

immediati predecessori di Polemone alla guida dell’Academia, Speusippo e Senocrate di una<br />

tradizione biografica e aneddotica, per così dire, malevola 62 rendono tali testimonianze<br />

scarsamente attendibili, nel caso di Polemone, invece, tentare di trarre qualche conclusione sul<br />

tipo di personaggio che Antigono intendeva descrivere e su quali caratteristiche egli tende ad<br />

attribuirgli può rivelarsi maggiormente gratificante.<br />

Il bios di Polemone tra Filodemo e Diogene<br />

Tenendo presente l’attitudine specifica e il contesto culturale d’origine degli autori dei due<br />

61 Vari sono stati i tentativi della critica di confronto tra i bioi di Antigono e altri generi biografici e<br />

memorialisti della letteratura greca: in rapporto alla biografia “alessandrina”, alla biografia “peripatetica”, a<br />

gli di Senofonte e Isocrate e alla biografia “post-socratica”; Dorandi è incline a ribadire<br />

l’impressione che l’opera di Antigono sia dotata di una struttura e di una composizione veramente a parte,<br />

che non si ritrova in nessun’altra opera parvenutaci, se non per alcuni aspetti particolari. v. Dorandi (1999),<br />

‘Intoduction’ (pp. xxxix-xliv e pp. lxxvii-lxxx)<br />

62 Sia sufficiente ricordare la caratterizzazione di Speusippo come incline all’ira e ai piaceri (D.L. IV, 1) e di<br />

Senocrate come tardo di ingegno e oggetto di scherno da parte del maestro, quando confrontato con il più<br />

intelligente Aristotele (D.L. IV 4, 6). La questione della scarsa attendibilità di tali resoconti biografici viene<br />

affrontata da Isnardi Parente (1981), p. 129-162. v. anche Dorandi (1992), p. 3761-3770.<br />

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