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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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sensit in una virtute esse positam beatam vitam"; Fin. V, 21: "Nam aut voluptas<br />

adiungi potest ad honestatem, (...), aut prima naturae, ut antiquis, quos eosdem<br />

Academicos et Peripateticos nominamus"; Fin. V, 23: "Ergo instituto veterum, quo<br />

etiam Stoici utuntur, hinc capiamus exordium"; il riferimento al pensiero dei filosofi<br />

academici e peripatetici come ad un'unica compatta sententia è il risultato della<br />

propaganda antiochea e permette di riunire sotto un'unica etichetta elementi<br />

originariamente provenienti da diversi autori. L'interpretazione di questa generale<br />

sententia è oggetto d'attenzione da parte di diverse prospettive filosofiche e Antioco<br />

viene qui presentato come il candidato più qualificato. Implicitamente questo tipo di<br />

giudizi corrisponde a un tentativo di esautorare l'autorità dei filosofi academici e<br />

peripatetici, contemporanei o recenti, come interpreti del pensiero di Platone e<br />

Aristotele.<br />

– persequi diligentissime: cfr. T. 41 = Ac.libri I, 34-35: diligenter. La forma<br />

superlativa dell'avverbio rilancia sull'idea di una perfetta fedeltà rispetto al pensiero<br />

dei predecessori conservato dai primi interpreti.<br />

– quam eandem Aristoteli fuisse et Polemonis docet: il testo afferma la<br />

sostanziale identità del pensiero di Polemone e Aristotele secondo la ricostruzione<br />

del pensiero degli antichi da parte di Antioco. La menzione del quarto scolarca<br />

dell'Academia, invece che del suo maestro Senocrate [v. Luc. 136: "sed ubi<br />

Xenocrates, ubi Aristoteles ista tetigit? Hos enim quasi eosdem esse voltis"; Fin. IV,<br />

15 = T. 44 : ""isque finis bonorum, (...) a Xenocrate atque ab Aristotele constitutus<br />

est"] ha la funzione in questo contesto di far credere che l'identità dottrinale tra la<br />

scuola academica e la scuola peripatetica si basi sul riscontro testuale delle opere di<br />

Polemone. Tuttavia nessuno sforzo viene fatto nelle opere di Cicerone per specificare<br />

su quali aspetti dottrinali fosse possibile tracciare questo presunto accordo. Questa<br />

volontaria 'negligenza' rischia di ridurre il ruolo di Polemone a quello di un<br />

qualunque prestanome. In mancanza di testimonianze dirette sul pensiero di<br />

Polemone si può ragionevolmente affermare soltanto che è probabile che Polemone<br />

accogliesse le premesse naturalistiche dell'etica, ritenendo il modello dello sviluppo<br />

biologico delle facoltà intellettuali dell'uomo adeguato a fornire le linee guida del<br />

comportamento etico dell'uomo. Ma è indubitabile che questo tipo di modello risulta<br />

particolarmente in linea con le indagini biologiche delle opere aristoteliche dedicate<br />

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