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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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prospettiva esterna al platonismo, di tipo materialista, teoricamente compatibile anche con<br />

la prospettiva epicurea, la quale non concede al suo interlocutore che il mondo possa essere<br />

detto 'dio', pur conservando il principio dell'assoluta trascendenza di dio rispetto al mondo.<br />

Per attribuire allora a Polemone una teorizzazione esplicita di un immanentismo teologico<br />

bisognerebbe supporre che sia stato proprio il filosofo academico ad avviare un processo di<br />

revisione della prospettiva trascendentale platonica e che egli avesse eventualmente<br />

abbracciato una posizione di tipo 'corporealista' - tesi divenuta poi cardine della fisica<br />

stoica (v. LS (1987), 27, vol. I, pp. 164-165) -, secondo la quale ogni (inter)azione<br />

presuppone corporealità (v. Sext.Emp., Adv.math. VIII, 263 ; v. anche la presentazione di<br />

D. Sedley in ABMS (1999), pp. 383-384). Posto quest'assunto del tutto ipotetico allora la<br />

frase di Polemone « to£n ko/smon qeo£n (ei)=nai) », coinciderebbe con una presa di posizione<br />

estremamente forte, volta a dissipare ogni possibile ambiguità, rispetto al linguaggio<br />

platonico e all'espressione del rapporto tra il mondo e il suo modello divino ultramondano.<br />

Si noterà tuttavia che il contesto da cui il passo è tratto esprime una diversa opinione<br />

proprio in merito alla questione degli eventuali rapporti di filiazione tra la teoria fisica<br />

stoica e le posizioni assunte dai filosofi academici : sarebbero infatti i due principi di<br />

Senocrate (monade e diade, maschio e femmina, padre e madre, dio primo e anima del<br />

mondo), generatori di una molteplicità di dèi, in uno scenario in cui le potenze divine<br />

pervadono gli elementi materiali, a costituire quel 'rimaneggiamento' di elementi platonici,<br />

capace di aprire la via ai concetti confluiti poi nello stoicismo. Si può dire allora che il<br />

passaggio dalla concezione tripartita dei principi di Platone, ad un deciso ed evidente<br />

pensiero della dualità, avviene all'interno della scuola academica con Senocrate, maestro di<br />

Polemone, senza però che questo implichi l'abbandono di un piano metafisico o una presa<br />

di posizione di tipo immanentista. Il principio numerico della coppia monade-diade rimane<br />

infatti un modo di concepire – platonicamente – un modello immutabile ed incorporeo in<br />

una relazione di tipo ontologico e formale con il mondo materiale. Quando allora si voglia<br />

parlare di anticipazioni della fisica stoica, si noterà che Senocrate può essere<br />

opportunamente chiamato in causa nell'ambito del pensiero della dualità, che si noti bene,<br />

non è ancora esplicitamente la coppia stoica materia-dio o attivo-passivo. Ma questo non è<br />

ancora sufficiente per ipotizzare all'interno dell'Academia antica uno smantellamento<br />

radicale della metafisica platonica e un'apertura verso il corporealismo stoico. Né si ritiene<br />

lo sia la frase attribuita a Polemone. L'ipotesi di una derivazione diretta dal testo platonico<br />

dell'affermazione to£n kosmo/n = (to£n) qe/on, ribadisce soltanto uno scenario già<br />

menzionato in precedenza, per cui immaginiamo gli esponenti della scuola fondata da<br />

Platone impegnati nella lettura e nell'esegesi dei testi del maestro fondatore, in particolare<br />

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