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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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a.C. La vicenda, nota come ‘la cacciata dei filosofi’, è almeno parzialmente ricostruibile a<br />

partire da tre testi : un passo di Diogene Laerzio, un frammento del commediografo Alessi e la<br />

menzione del lessicografo Polluce 252 . Ancora una volta Diogene offre un buon punto di<br />

partenza per comprendere i termini della questione, quando a proposito delle vicende<br />

biografiche di Teofrasto dice : « dovette allontanarsi per poco tempo, sia lui, sia tutti gli altri<br />

filosofi, quando Sofocle figlio di Anficlide, propose una legge secondo la quale nessuno dei<br />

filosofi avrebbe potuto dirigere una scuola, se ciò non sembrasse opportuno alla Boulé e al<br />

Demos ; altrimenti, la pena sarebbe stata la morte. Ma (i filosofi) tornarono di nuovo l’anno<br />

dopo, quando Filone sporse accusa di illegalità contro Sofocle » 253 . Quello che è stato<br />

considerato, enfaticamente, come l’attestatazione del primo tentativo di intervento statale<br />

nella gestione delle scuole filosofiche, è stato opportunamente studiato dalla critica sullo<br />

sfondo delle vicende politiche ateniesi della fine del IV secolo. Già nel frammento della<br />

commedia di Alessi, riportato da Ateneo, l’episodio viene menzionato in connessione con<br />

« Demetrio e i nomotheti » 254 e la ricerca ha confermato come il provvedimento patrocinato da<br />

Sofocle di Sunio vada inquadrato nel periodo di revisione degli ordinamenti costituzionali<br />

risalenti alla reggenza di Demetrio Falereo da parte di una commissione di nomotheti, dopo<br />

che l’esercito di Demetrio Poliercete ‘liberò’ la città di Atene dal controllo macedone e<br />

restaurò gli ordinamenti democratici 255 . In una tale fase di riassesto politico è facile<br />

immaginare come trovasse spazio un procedimento volto ad indebolire il circolo dei filosofi<br />

peripatetici, tradizionalmente in buone relazioni con la potenza macedone. La natura<br />

squisitamente politica del decreto contro i filosofi allora non rischia in alcun modo di essere<br />

esagerata 256 . Sebbene risulti chiaro come l’obiettivo primario del decreto fossero Teofrasto e i<br />

suoi discepoli, è legittimo chiedersi se anche i filosofi academici, Polemone e i suoi discepoli,<br />

fossero stati coinvolti dalle coseguenze del decreto e se anche loro, in solidarietà con i<br />

colleghi peripatetici, avessero deciso di lasciare la città, sollecitati del resto da un certo timore<br />

storico nei confronti della ‘restaurata democrazia’ e delle sue minaccie di morte. Diogene<br />

Laerzio sottolinea che « tutti i filosofi » lasciarono la città, ma nessuna menzione<br />

dell’episodio viene fatta dalle fonti biografiche sui filosofi academici. Il primo verso del<br />

frammento della commedia di Alessi nomina esplicitamente l’Academia e il suo scolarca<br />

Senocrate, tuttavia esso va compreso nel contesto della vicenda comica in cui è inserito.<br />

252 Pollux IX, 42.<br />

253 D.L. V, 38 :<br />

«<br />

<br />

-<br />

».<br />

254Alexis, fr. 94, ap. Athenaeus, XIII, 610e.<br />

255 Plutarchus, Demetrii Vita.<br />

256 v. Haake (2008), pp. 89-112.<br />

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