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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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il primo principio, la distinzione in due fasi viene riletta alla luce del rapporto con gli<br />

strumenti dell'arte oratoria, producendo così risultati del tutto inaspettati dal punto di vista<br />

della propaganda antiochea. La fase dell'Academia antica infatti viene presentata come la fase<br />

meno brillante dal punto di vista delle pratiche dell'arte della parola, mentre la fase inaugurata<br />

da Arcesilao coincide con una riscoperta delle qualità oratorie già di Socrate. Per quanto<br />

riguarda invece il secondo principio, si è notato come la perfetta assimilazione del pensiero<br />

degli antichi filosofi da parte di Antioco subisca in questo contesto l'effetto di qualche crepa.<br />

Laddove l'agenda di Antioco viene esposta senza riserve (v. Ac.libri I, 17 (Varro loquitur):<br />

"Platonis autem auctoritate, qui varius et multiplex et copiosus fuit, una e consentiens<br />

duobus vocabulis philosophiae forma instituta est, Academicorum et Peripateticorum, qui<br />

rebus congruentes nominibus differebant; nam cum Speusippus sororis filium Plato<br />

philosophiae quasi heredem reliquisset, duos autem praestantissimo studio atque doctrina,<br />

Xenocratem Calchedonium et Aristotelem Stagiriten, qui erant cum Aristotele Peripatetici<br />

dicti sunt quia disputabant inambulantes in Lycio, illi autem quia Platonis instituto in<br />

Academia, quod est alterum gymnasium, coetus erant et sermones habere soliti, e loci<br />

vocabulo nomen habuerunt"), il gioco dei 'due nomi per una stessa cosa' presenta la<br />

trasmissione della dottrina platonica attraverso un unico canale, provvisto di due appellativi<br />

per una pura casualità, ovvero l'abitudine di Senocrate e Aristotele di insegnare in due luoghi<br />

distinti. Nel testo in oggetto invece per quanto si alluda alla prossimità delle dottrine si evita<br />

di cadere nella totale riduzione di una all'altra, in virtù di una certa differenza nelle pratiche<br />

oratorie (cfr. Leg. I, 37 = T. 37: "cum illis congruentes re, genere docendi paulum<br />

differentes"). Se ne deduce che l'assimilazione ciceroniana della propaganda di Antioco, in<br />

questo contesto, ne accoglie in un certo qual modo i principi, ma ne ribalta autonomamente il<br />

significato.<br />

Per quanto riguarda il rapporto tra le due fasi della storia dell'Academia, Cicerone mette in<br />

risalto l'originalità della lettura di Platone e Socrate da parte di Arcesilao. La testimonianza di<br />

Cicerone a questo proposito potrebbe oltretutto avere una certa attendibilità storica, v. Long<br />

(1988a), p. 156-158; Ioppolo (1995). Non sembrano infatti reperibili tracce di una lettura<br />

'scettica' di Socrate prima di Arcesilao: Aristotele non sembra considerare la dichiarazione di<br />

ignoranza socratica come il nucleo portante del suo pensiero; certamente non nell'ambito della<br />

concezione della virtù come conoscenza a lui attribuita; e Timone di Fliunte non riconosce<br />

Socrate tra i potenziali antecedenti filosofici dello 'scetticismo' pirroniano, come invece fa con<br />

Senofane, Democrito e Protagora 347 . Long (1988a) ritiene inoltre che la lettura scettica del<br />

347 v. Timone, Silli, [Senofane] fr. 59 Di Marco (Sext.Emp. PH I, 223); fr. 60 Di Marco (Sext. Emp. PH I, 224);<br />

[Protagora] fr. 5 Di Marco (Sext.Emp. Adv.Math. IX, 56); fr. 47 Di Marco (DL IX, 52); [Democrito] fr. 46 Di<br />

Marco (DL IX, 40); cfr. DL IX, 72, dove vengono citati Senofane, Zenone di Elea, Democrito e Platone :<br />

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