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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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– τίνα λάβω τοῦ καθήκοντος ἀρχὴν καὶ ὕλην τῆς ἀρετῆς, ἀφεὶς τὴν φύσιν καὶ<br />

τὸ κατὰ φύσιν; : cfr. De stoic. Rep. 1035 c = SVF III 326: "’οὐ γὰρ ἔστιν εὑρεῖν τῆς<br />

δικαιοσύνης ἄλλην ἀρχὴν οὐδ' ἄλλην γένεσιν ἢ τὴν ἐκ τοῦ Διὸς καὶ τὴν ἐκ τῆς<br />

κοινῆς φύσεως· ἐντεῦθεν γὰρ δεῖ πᾶν τὸ τοιοῦτον τὴν ἀρχὴν ἔχειν, εἰ μέλλομεν<br />

ὀρθῶς τι ἐρεῖν περὶ ἀγαθῶν καὶ κακῶν.", in cui Plutarco citando dal III libro Sugli<br />

dèi di Crisippo, indica la divinità e la natura universale (cfr. Fin. III, 73) come unico<br />

principio possibile per il reperimento della giustizia e la determinazione di ciò che è<br />

bene e ciò che è male. Crisippo avrebbe dunque considerato la φυσικὴ θεωρία come il<br />

fondamento del discorso etico (v. Lee (2000), pp. 23-25). L'etica stoica sembra allora<br />

fornire la versione più forte di quel 'naturalismo etico' caratteristico del periodo<br />

ellenistico (v. Appendice). Il suo fondamento è reperibile infatti nell'ordine fisico e<br />

metafisico del mondo, per cui il rapporto tra le azioni dell'uomo e la natura, sia<br />

particolare che universale, in un comune orizzonte di razionalità, deve essere preso in<br />

considerazione nell'ambito di una qualunque giustificazione coerente del discorso<br />

etico. Questo risulta particolarmente chiaro a partire da due punti della dottrina etica<br />

rievocati dal passo in esame:<br />

1) τοῦ καθήκοντος ἀρχὴ : Ac.libri I, 23: "officii ipsius initium"; Fin. III, 23: "Cum<br />

autem omnia officia a principiis naturae proficiscantur, ab isdem necesse est proficisci<br />

ipsam sapientiam"; Fin. III, 60 "cum ab his [scil. principiis naturalibus] omnia<br />

proficiscantur officia"; Fin. IV, 46: "unde offici, unde agendi principium nascatur";<br />

l'uso stoico del concetto di 'origine/principio del dovere' è attestato sia in greco che in<br />

latino; la determinazione concreta dei 'doveri' dell'uomo avviene a partire dall'incontro<br />

tra un criterio razionale della virtù e le esigenze fattuali, dunque naturali, della vita<br />

dell'uomo. Senza prendere in conto il piano della natura la virtù morale è solo<br />

un'astrazione teorica, dunque il 'dovere', ovvero il contenuto reale di un azione,<br />

sorge/ha origine laddove ci si confronta realmente con le esigenze naturali dell'uomo.<br />

2) ὕλην τῆς ἀρετῆς : L'espressione si trova ugualmente attestata in Stobaeus, Anth.<br />

II, p. 85, 10-11, Wachsmuth; le 'cose secondo la natura' vengono talvolta impiegate<br />

nell'etica stoica come un campo d'applicazione della virtù, un ambito d'applicazione,<br />

come i materiali da costruzione per un comportamento virtuoso, cfr. Inwood (1985), p.<br />

206, dove ta£ kata£ fu/sin vengono efficacemente descritte come "raw material of<br />

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