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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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aliquem'. Nihil potest dici inconsideratius. Cupio sequi Stoicos. Licetne – omitto per Aristotelem, meo iudicio<br />

in philosophia prope singularem – per ipsum Antiochum, qui appellabatur Academicus, erat quidem si<br />

perpauca mutavisset, germanissimus Stoicus.<br />

Erit igitur res iam in discrimine; nam aut Stoicus constituatur sapiens aut veteris<br />

Academiae - utrumque non potest; est enim inter eos non de terminis, sed de tota<br />

possessione contentio; nam omnis ratio vitae definitione summi boni continetur, de qua qui<br />

dissident de omni vitae ratione dissident; non potest igitur uterque esse sapiens, quoniam<br />

tanto opere dissentiunt, sed alter. Si Polemonius, peccat Stoicus rei falsae adsentiens (vos<br />

quidem nihil esse dicitis a sapiente tam alienum [esse]); sin vera sunt Zenonis, eadem in<br />

veteres Academicos Peripateticosque dicenda.<br />

Cfr. Polemo fr. 125 e 138 Gigante; Antiochus F 5 Mette.<br />

3 huc Urs. : nunc AB || 5 honesta autem videre NB 1 : honesta: A 1 B 1 : honestum A 2 B 2 || videtur AB 2 || 16 nos N :<br />

num AB 2 : non B 1 : nam vos Dav.<br />

Traduzione<br />

D'altronde A) vivere in modo moralmente degno di rispetto, traendo vantaggio dalle<br />

cose che per prime la natura raccomanda all'uomo, da una parte, l'Academia antica<br />

ritenne che fosse il fine, come indicano gli scritti di Polemone, che Antioco approva in<br />

modo particolare, dall'altra, Aristotele e i suoi consociati sembrano avvicinarsi molto<br />

precisamente a questa posizione. a) Anche Carneade proponeva - non perché lo<br />

approvasse ma per opporsi agli Stoici - che il sommo bene fosse trarre vantaggio dalle<br />

cose che per prime la natura raccomandò. B) Zenone invece, che fu il fondatore e il<br />

massimo esponente degli Stoici, stabilì che il fine dei beni fosse vivere in modo<br />

moralmente degno di rispetto, il che deriva dalla raccomandazione della natura.<br />

È evidente d'altra parte che per ogni per ogni fine dei beni che ho esposto il fine dei mali è il contrario. A<br />

voi allora riporto la questione “chi posso seguire?” a patto che nessuno risponda in quel modo ignorante e<br />

assurdo: “chi ti pare, basta che sia qualcuno”: non si potrebbe dire nulla di più sconsiderato (avventato,<br />

insensato). Desidero seguire gli Stoici. Forse che mi è permesso – non dico da Aristotele, che a mio giudizio<br />

è del tutto speciale in filosofia – ma dallo stesso Antioco, che veniva chiamato academico, ma era un<br />

verissimo stoico o lo sarebbe stato se avesse fatto qualche piccola modifica.<br />

La questione dunque sarà ora posta sotto esame: il saggio si definisce o al modo stoico o<br />

al modo dell'Academia antica; entrambi non è possibile; sussiste infatti tra di loro un<br />

conflitto concernente non i termini di confine ma tutto il dominio; perché tutto il<br />

fondamento della vita è contenuto nella definizione del sommo bene, chi diverge a<br />

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