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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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legittimo parlare propriamente di un cambiamento repentino di attitudine forse solo a partire<br />

dal caso di Pirrone, che assunse un determinato comportamento per aver sentito alcune parole<br />

di un saggio indiano 122 , e dal caso di Cratete di Tebe, che «si precipitò a seguire la filosofia<br />

cinica» dopo aver visto in una tragedia il personaggio di Telefo 123 . Un gesto repentino è anche<br />

quello di Bione di Boristene, il quale non appena libero brucia gli scritti di retorica del<br />

padrone e si dà alla filosofia, prima all’interno dell’Academia sotto la guida di Cratete e poi<br />

prendendo il mantello e la bisaccia dei cinici 124 . È forse inoltre legittimo parlare di<br />

‘conversione’ alla filosofia anche per lo stoico Cleante, che faceva il pugile, ma dopo aver<br />

incontrato Zenone « si occupò di filosofia in modo eccellente e rimase perseverante sempre<br />

nelle medesime dottrine » 125 . Elementi comuni di tutti questi esempi sono il fatto che un certo<br />

avvenimento induce un cambiamento di vita. Si tratta nella maggior parte dei casi di incontro<br />

più o meno casuale con un filosofo e le parole di quest’ultimo hanno spesso un ruolo<br />

fondamentale; oppure si tratta di un fatto casuale, come nel caso di Cratete cinico, che induce<br />

a una scelta radicale. Nel caso di Zenone stoico la dinamica si presenta più complessa:<br />

rimanendo all’interno del testo di Diogene 126 apprendiamo di fatto che, in seguito ad un<br />

evento fortuito, ovvero il naufragio presso il Pireo del suo carico di porpora, Zenone scopre<br />

presso un venditore di libri il Socrate del II libro dei Memorabilia di Senofonte; in seguito, a<br />

caso fortuito si aggiunge caso fortuito, poiché Zenone viene indirizzato dal venditore di libri<br />

verso Cratete cinico, che si trovava a passare proprio in quel momento. Il moto spontaneo di<br />

Zenone sembrerebbe indirizzarlo verso una qualche incarnazione dell’istanza socratica e<br />

come tale gli viene indicato un esponente della scuola cinica e « da allora ascoltava (le<br />

lezioni) di Cratete ». A ciò tuttavia non corrisponde un cambiamento di attitudine<br />

propriamente detto e di fatti la vita cinica si rivela nel resoconto di Diogene Laerzio non<br />

adatta al forte senso del pudore di Zenone. L’incontro di Zenone con la filosofia viene<br />

descritto dunque come doppiamente mediato, da una parte mediato dalla lettura di un testo e<br />

dall’altro mediato dall’indicazione del libraio. Il rimando alla lettura del testo come fattore<br />

principale dell’approccio di Zenone alla filosofia sembra essere confermato dall’aneddoto<br />

della consultazione dell’oracolo: « Ecatone, e anche Apollonio di Tiro nel primo libro Su<br />

Zenone, riferiscono che, quando egli interrogò l’oracolo per sapere che cosa dovesse fare per<br />

vivere nel migliore dei modi, il dio rispose che sarebbe vissuto nel modo migliore se avesse<br />

avuto rapporti con i morti. Zenone comprese il senso di queste parole e lesse le opere degli<br />

122 D.L. IX, 63.<br />

123 D.L. VI, 87.<br />

124 D.L. IV, 47; IV 51-52:<br />

«<br />

»<br />

125 D.L. VII, 168.<br />

126 D.L. VII, 2-3.<br />

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