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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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la scelta dello scolarca in questo frangente è pressoché scontata visto che « gli uni sono troppo<br />

vecchi e gli altri hanno troppi<br />

impegni ()». Stratone poi<br />

aggiunge significativamente un invito alla collaborazione tra tutti i membri, riecheggiato<br />

ugualmente dal testamento di Licone, come un monito ricorrente. A Licone vengono lasciati<br />

anche i libri, ma non quelli scritti da Stratone stesso, e le suppellettili impiegate nei pasti in<br />

comune (). Si nota che nel testamento di Teofrasto, i<br />

libri venivano affidati a Neleo, senza distinzione tra quelli per esempio di Aristotele e quelli di<br />

Teofrasto, mentre invece in quello di Licone non ne viene fatta menzione alcuna, come se<br />

confluiti ormai nel patrimonio comune della scuola non necessitassero di essere menzionati<br />

separatamente da essa 249 . In quest’ultimo documento, per quanto si presenta tanto accurato da<br />

essere ripetitivo, le disposizioni riguardanti la scuola risultano estremamente sintetiche :<br />

« Lascio poi il Peripato, tra i discepoli, a quelli che lo vogliono<br />

() : Bulone, Callino,<br />

Aristone, Anfione, Licone, Pitone, Aristomaco, Eraclio, Licomede, il nipote Licone. Essi<br />

stessi scelgano come capo chi ritengono che sarà maggiormente in grado di perseverare<br />

nell’opera e di mantenere l’unità. Collaborino con lui, però, anche i restanti discepoli, sia per<br />

amor mio, sia per amore del luogo ». Si designa il gruppo di dieci philoi, tra i quali eleggere<br />

lo scolarca e li si invita alla collaborazione, secondo uno schema ormai tradizionale.<br />

Come del resto Teofrasto, originario di Ereso nell’isola di Lesbo, e dunque straniero, avesse<br />

avuto innanzitutto accesso ad un fondo in città, di cui poter disporre nel suo testamento, è<br />

oggetto di interrogazione da parte degli interpreti. In Diogene Laerzio leggiamo ancora una<br />

volta un’indicazione che avremmo voluto più esplicita : « Si dice, inoltre, che dopo la morte<br />

di Aristotele, Teofrasto sia entrato in possesso di un proprio giardino, e che Demetrio Falereo,<br />

il quale era anche suo discepolo, lo abbia aiutato in questo (τοῦτο συμπράξαντος) » 250 . I<br />

rapporti tra Demetrio Falereo, il Peripato in generale e Teofrasto in particolare sono dunque di<br />

primario interesse per questa fase di istituzionalizzazione della scuola. Demetrio che fu<br />

nominato epimeletēs della città di Atene dal reggente macedone Cassandro, esercitò il<br />

governo in città per un decennio (fino al 307 a.C.). L’ipotesi che le sue linee di governo<br />

fossero direttamente ispirate alle teorie politiche peripatetiche non trova un riscontro preciso<br />

nelle notizie a nostra disposizione, ma variamente attestate sono le buone relazioni<br />

intrattenute con Teofrasto 251 . Si può ipotizzare che, nel contesto della sua carica politica,<br />

249 La questione dei libri di Aristotele e Teofrasto meriterebbe una trattazione a sé stante, per l’importanza che<br />

essa ricopre negli sviluppi della cultura filosofica successiva, v. Introduzione, p. xxxi-xxxii.<br />

250 D.L. V, 39.<br />

251 Fortenbaugh, Schütrumpf (1999).<br />

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