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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Socraten et Platonem. Cur, an de ullis certius possum dicere? Vixisse cum iis equidem videor,<br />

ita multi sermones perscripti sunt e quibus dubitari non possit quin Socrati nihil sit visum<br />

sciri posse; excepit unum tantum, scire se nihil se scire, nihil amplius. Quid dicam de<br />

Platone, qui certe tam multis libris haec persecutus non esset nisi probavisset”. Secondo una<br />

chiara strategia di legittimazione delle parti, il ricorso all'auctoritas si trasforma, dunque, nel<br />

contesto del dibattito 'interno' all'Academia, in un controverso 'appello alla tradizione': quale<br />

Academia può affermare a buon diritto di seguire la traccia del pensiero socratico-platonico?<br />

Nel tentativo di ritorcere le accuse di Antioco contro il suo stesso autore, risulta allora<br />

evidente perché Cicerone, nel passaggio in oggetto, metta abilmente in discussione la<br />

fondatezza dei 'riferimenti autoritativi' di Antioco d'Ascalona.<br />

Commento<br />

A)<br />

– quid sit quod comprehendi possit: intorno alla definizione di katalhpto£n<br />

ruota tutto il dibattito tra Arcesilao e Zenone (Luc. 77), o più in generale tra<br />

academici e stoici nel corso dell'epoca ellenistica. Animato ovviamente anche da<br />

Carneade (Luc. 28-29), il dibattito prende un'ulteriore piega quando Antioco<br />

contesta la strategia argomentativa adottata da Filone di Larissa per confutare la<br />

definizione zenoniana di katalhpto£n (Luc. 18): la discussione si sposta dunque<br />

all'interno dell'Academia, dal momento che Antioco, senza smettere di considerare<br />

se stesso un academico, argomenta a favore della definizione zenoniana contro la<br />

posizione assunta dal suo precedente maestro Filone 375 .<br />

Cicerone traduce con la frase relativa 'quod comprehendi posset' l'aggettivo<br />

verbale katalhpto£n, da katalamba/nein, afferrare: Luc. 18: “quod comprehendi<br />

posset (id enim volumus esse katalhpto£n 376 )”, v. Hartung (1970), pp. 26-29.<br />

Nella seconda versione degli Academica sperimenta ugualmente l'uso di<br />

“comprehendibile”: Ac.libri 41: “id autem visum cum ipsum per se cerneretur,<br />

comprehendibile. Feretis haec? Nos vero, inquit. Quoniam enim alio modo<br />

375 Per una sintesi efficace del dibattito v. Striker (1997), 257 ss.; Brittain (2006), pp. xix-xxxv;<br />

376 Si adotta la correzione katalhpto£n là dove invece i manoscritti riportano a)kata/lhpton, in ragione del fatto<br />

che la definizione zenoniana che segue è conprensibile solo come definizione di katalhpto£n. Cfr. D.L., VII,<br />

46 e VII, 50; Sextus Emp., Adv.math. VII, 248 e XI, 183. Per un'analisi dettagliata della definizione stoica<br />

della fantasi/a katalhptikh v. Frede (1983), pp. 79-81; Frede (1999a), pp. 300-311; Sedley (2002a), pp.<br />

135-154.<br />

161

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