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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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ello. La vicenda di Polemone serve a sostenere la tesi secondo la quale il discepolo deve<br />

essere preliminarmente alla ricerca del bello, per quanto questa possa essere male indirizzata.<br />

Nell’impiego del nome di Polemone torna inoltre in primo piano l’efficacità del discorso di<br />

Senocrate e paradossalmente il suo amore per il lusso viene attenuato e trasformato in una<br />

potenziale tendenza verso il bello. La funzionalità e malleabilità retorica dell’exemplum è<br />

evidente.<br />

Il racconto più avvicente della ‘conversione’ di Polemone è senza dubbio quello del retore e<br />

satirista di lingua greca, Luciano di Samosata (125-180 d.C.). Nel Bis accusatus 158 (T. 9; T.<br />

10) è di scena la Giustizia che scende riluttante sulla terra dopo una lunga assenza. Zeus la<br />

incoraggia a fare ritorno tra gli uomini, perché: « i filosofi li hanno ormai convinti ad onorare<br />

te (la Giustizia) più che l’Ingiustizia; e lo ha fatto in particolare il figlio di Sofronisco<br />

esaltando il giusto e dichiarandolo il più grande dei beni » 159 . Nell’Areopago di Atene<br />

vengono allora convocati tutti coloro che desiderano accusare qualcuno e primi fra tutti<br />

vengono ascoltate le cause delle arti, dei mestieri e delle discipline contro gli uomini. Tra<br />

queste figurano la causa dell’Ubriachezza che accusa l’Academia di averle rubato Polemone,<br />

insieme ad una serie di altre cause semi-serie che coinvolgono varie istanze filosofiche<br />

ateniesi: la Stoa accusa la Voluttà d’un oltraggio, la Mollezza si presenta contro la Virtù per<br />

Aristippo, il Banco accusa Diogene di fuga, la pittura accusa Pirrone come disertore. La<br />

personificazione dell’Academia proferisce due discorsi, uno in nome dell’accusa e uno in<br />

difesa di se stessa, perché : « l’Academia è sempre preparata a entrambi i discorsi, quello<br />

d’accusa e quello di difesa, e acquista con l’esercizio la capacità di dimostrare brillantemente<br />

due tesi opposte » 160 . Nel primo discorso 161 si legge un resoconto delle abitudini festaiole di<br />

Polemone: « E della verità di questo sono informati tutti gli Ateniesi, che mai videro<br />

Polemone sobrio », posto a contrasto con il risultato del suo contatto con l'Academia, il quale<br />

viene presentato ironicamente come un deterioramento del suo stato di 'salute': « Ne seguì<br />

che, se prima di allora gli fioriva il rosso sul volto, ora lo sventurato è divenuto pallido e<br />

rattrappito e, dimentico di tutte le canzoni, siede talvolta senza mangiare né bere fino a mezza<br />

sera per non interrompere quel bel mucchio di chiacchere che io, l’Academia, gli insegno a<br />

fare. Ma il peggio è che, sobillato da me, insulta l’Ubriachezza e dice male di lei a non finire<br />

».<br />

Un’altra versione dei fatti, più vicina al resoconto trasmesso da Diogene Laerzio è contenuta<br />

nel secondo discorso dell’Academia 162 ; Luciano attinge ad una tradizione vicina a quella<br />

158 Lucianus, Bis accusatus, tr. it. in Dialoghi di Luciano, a cura di V. Longo, Utet, Torino 1993.<br />

159 Ivi, § 5.<br />

160 Ivi, § 15.<br />

161 Ivi, § 16.<br />

162Ivi, § 17.<br />

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