UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

B)
passura videatur"; e tradizionalmente la posizione peripatetica (in particolare
Teofrasto) viene associata ad una soluzione diametralmente opposta del medesimo
test teorico, v. Tusc. V, 24: "in eo etiam putatur dicere in rotam beatam vitam non
escendere". I testi ciceroniani tendono a limitare alla sola figura di Teofrasto
l'opinione per cui l'uomo per essere felice deve essere dotato di buona fortuna, v. T.
52 = Tusc. V, 30. Tuttavia un'analisi dell'etica aristotelica conferma la possibilità di
associare anche Aristotele con un rifiuto esplicito della compatibilità tra vita felice e
grandi sfortune, v. EN 1153 b 17: "οἱ δὲ τὸν τροχιζόμενον καὶ τὸν δυστυχίαις
μεγάλαις περιπίπτοντα εὐδαίμονα φάσκοντες εἶναι, ἐὰν ᾖ ἀγαθός, ἢ ἑκόντες ἢ
ἄκοντες οὐδὲν λέγουσιν". Secondo quanto afferma Aristotele, nessuno può
chiamare felice un uomo che si trovi in terribili circostanze, a meno che non stia
difendendo una tesi per scopi puramente dialettici: v. EN 1096 a 1-2; 1100 a 5-9.
Grazie ad un nuovo approccio teorico, incentrato prevalentemente sulle conseguenze
di una teoria che pone al centro la virtù, questo testo opera dunque un originale
avvicinamento dell'istanza peripatetica alla prospettiva stoica, pur mantenendo
invariate le caratteristiche specifiche delle due teorie.
– Aristotele, Xenocrate, Speusippo, Polemone auctoribus: Il quadrinomio di
autorità è lo stesso di T. 52 = Tusc. V, 30: v. Aristoteli, Speusippo, Xenocrati,
Polemoni, all'interno del quale si nota l'assenza di Teofrasto, in una dinamica teorica
che cerca il superamento dei problemi sollevati dalla teoria teofrastea sul rapporto tra
felicità e fortuna. Il riferimento ai filosofi academici inoltre è indice del fatto che le
conclusioni ottenute nell'ambito di una discussione teorica degli esiti dell'etica
peripatetica vengono trasposti anche all'interno della discussione più ampia dell'etica
degli 'antichi', ovvero che la risoluzione dei punti problematici dell'etica peripatetica
agevola il consolidamento di una prospettiva che tende a tenere insieme il patrimonio
teorico delle due scuole e a sfruttarne congiuntamente i vantaggi.
Il nome di Polemone figura in questo passo all'interno del quadrinomio di autorità filosofiche,
ormai ben consolidato nella prassi testuale di Cicerone, attraverso il quale si intende fare
riferimento ad un orizzonte teorico comune tra esponenti del Peripato, in particolare
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