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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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B)<br />

La menzione di Polemone è sembrata invece alla critica più problematica (v.<br />

Baldassari (1976), p. 95, n. 65; Babut (2004), pp. 228-229), da una parte perché egli<br />

è noto per aver criticato l'indagine dialettica fine a se stessa (v. Il bios di Polemone,<br />

pp. 82-83), dall'altra perché la tradizione dialettica academica certamente non sembra<br />

interrompersi con la fine del suo scolarcato.<br />

– περὶ δ' ἀρχῆς καὶ τέλους καὶ θεῶν καὶ δικαιοσύνης: Plutarco ritiene che<br />

se Crisippo si vuole avvalere dell'autorità degli antichi filosofi in ambito dialettico,<br />

allora deve rinunciare alla sua attitudine critica nei confronti di questi ultimi negli<br />

altri ambiti, in particolare a proposito del principio, dei fini della vita dell'uomo,<br />

degli dèi, della giustizia. Alla contraddittorietà delle accuse di Crisippo contro<br />

Platone e Aristotele sul tema della giustizia, Plutarco ha già dedicato i cap. XV-XVI<br />

dell'opuscolo, v. Stoic.Rep. 1040-1041.<br />

Il passo in oggetto testimonia che Crisippo si sarebbe avvalso dell'autorità di Platone,<br />

Aristotele e dei loro successori fino a Polemone e Stratone, per difendere lo statuto della<br />

dialettica da degli avversari che verosimilmente ne negavano l'utilità. Nel contesto filosofico a<br />

cui Crisippo appartiene rilevanti critiche alla disciplina logica erano state mosse all'interno<br />

della stessa scuola stoica da Aristone di Chio, v. DL VI, 103 = SVF I, 354; DL VII, 160 =<br />

SVF I, 351; Sext.Emp., Adv.Math VII, 12= SVF I, 356 625 . In particolare la menzione di<br />

Socrate risulterebbe funzionale ad una critica delle posizioni di Aristone, considerando<br />

l'ispirazione socratica della posizione etica assunta dal filosofo stoico dissidente. Il ricorso<br />

all'autorità di Platone e Aristotele non sembra del resto ricoprire una posizione di grande<br />

rilievo nell'argomentazione crisippea se figura solo nel III libro e la contraddizione di cui<br />

parla Plutarco è evidentemente molto poco profonda. Di maggiore interesse è invece notare<br />

che: 1) il riferimento stoico all'uso platonico e aristotelico della dialettica sembra<br />

effettivamente legittimato da una comune impostazione euristica, per cui la definizione stoica<br />

della dialettica come "scienza del discutere rettamente su argomenti per domanda e risposta"<br />

si accorda non solo con il dialeghesthai socratico, ma anche con le definizioni più tecniche<br />

fornite da Aristotele; v. Arist. Top. VIII, 14, 163 b 9-12: "[la trattazione] è infine utile alle<br />

625 v. Ioppolo (1980), pp. 33-38; pp. 63-69; Babut (2004), p. 230.<br />

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