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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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possibile constatare allora che l'uso del concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin nella<br />

formula del fine ("τὸ πᾶν τὸ ἐνδεχόμενον ποιεῖν ἕνεκα τῶν πρώτων κατὰ<br />

φύσιν") viene considerato da parte di Posidonio equivalente a una grave<br />

concessione teorica nei confronti dell'edonismo, di cui sarebbe responsabile<br />

l'interpretazione (errata) di Crisippo della formula zenoniana τὸ τῇ φύσει ζῆν<br />

ὁμολογουμένως 438 . Come già messo in rilievo dalla critica il target delle critiche<br />

di Posidonio non è soltanto Crisippo, ma piuttosto tutte quelle formule impiegate<br />

all'interno della scuola stoica in un preciso contesto polemico/difensivo<br />

verosimilmente provocato dalle critiche dialettiche di Carneade. Posidonio<br />

contesta dunque le strategie difensive adottate dai suoi predecessori per rispondere<br />

alle critiche dei filosofi academici. Antipatro avrebbe infatti impiegato la formula:<br />

"pa=n to£ kaq' au(to£n poiei=n dihnekw=j kai£ a)paraba/twj pro£j to£ tugxa/nein<br />

tw=n prohgoume/nwn kata£ fu/sin" (Stob. II, 76, 13 = SVF III Antipater 57) 439 , in<br />

cui il controverso rapporto tra la vita morale e lo statuto degli oggetti di<br />

appetizione naturale si trova esplicitamente posto al centro della formula del telos.<br />

Un primo problema interpretativo si apre qualora si noti che Posidonio critica<br />

l'uso del concetto di ta£ prw=ta kata£ fu/sin, mentre Antipatro e i suoi successori<br />

impiegano piuttosto l'espressione ta£ (prohgoume/na) kata£ fu/sin.<br />

Come già notato da Philippson (1932), pp. 445-446, le due espressioni non sono<br />

affatto interscambiabili: la prima designa un insieme di oggetti verso i quali è<br />

diretto il primo impulso autoconservativo dell'animale o dell'uomo appena nato;<br />

mentre la seconda individua una categoria più ampia di oggetti rispetto ai quali<br />

l'uomo esercita la propria capacità di giudizio : dal punto di vista stoico, essi<br />

risultano indifferenti dal punto di vista del conseguimento del fine della vita<br />

umana, ovvero la felicità, ma rimangono 'preferibili' nelle scelte pratiche. Le due<br />

categorie di oggetti hanno una diversa funzione teorica e appartengono a due<br />

momenti distinti del discorso etico: la prima è legata al discorso della genesi e dei<br />

primi impulsi naturali, mentre la seconda appartiene all'ambito pratico dell'etica.<br />

Si noti come lo sviluppo dei due discorsi all'interno dello stoicismo si sia svolto<br />

sotto la spinta di diversi interlocutori: l'epicureismo sembra infatti aver enfatizzato<br />

l'autorevolezza dei primi impulsi naturali nell'istruirci sul fine della vita umana;<br />

438 v. T. 44 = Fin. IV 14-15: Convenienter naturae vivere.<br />

439 Cfr. Clem.Alex., Str. II, 21, 129, p. 183 Stählin = SVF III Antipater 58; Plut. De comm. not. 1071 A; Cic.<br />

Fin. V, 20: « facere omnia ut adipiscamur quae secundum naturam sint ». v. Soreth (1968); Striker (1986),<br />

pp.185-204;<br />

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