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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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della natura, la quale va a rafforzare la premessa del discorso etico secondo la quale<br />

l'ars vivendi è il complemento del percorso naturale dell'essere vivente.<br />

3) Bipartizione antropologica: "diviserunt naturam hominis in animum et corpus".<br />

Cfr. Luc. 101: "Nam enim est e saxo sculptus aut e robore dolatus; habet corpus,<br />

habet animum, movetur mente, movetur sensibus, ut esse ei vera multa videantur...",<br />

dove la bipartizione antropologica supporta la prospettiva scettica probabilista.<br />

v. Fin. II, 34-35 = T. 42 : Contesto.<br />

Esiste un conflitto tra questo uso del dualismo antropologico nel discorso etico<br />

attribuito alla tradizione academico-peripatetica e la nota definizione aristotelica<br />

dell'anima come ''atto primo di un corpo naturale organico (ἐντελέχεια ἡ πρώτη<br />

σώματος φυσικοῦ ὀργανικοῦ)" (De an. 413 b 5-6) o "atto primo di un corpo che ha<br />

la vita in potenza'', nella misura in cui questa rompe probabilmente per la prima volta<br />

con ogni modello dualista dell'uomo e lo sostituisce con un modello invece monista,<br />

per cui l'anima non può dirsi propriamente 'parte' dell'uomo, quanto piuttosto<br />

funzione non separabile del corpo. Nell'indagine biologica dell'uomo, Aristotele<br />

ragiona infatti nei termini di una compresenza gerarchizzata di più funzioni legate al<br />

corpo e non intorno alla dicotomia spirituale – materiale / immortale – mortale. Il<br />

problema del modo di interazione tra anima e corpo sembra aver abbondantemente<br />

attratto l'attenzione della generazione dei discepoli di Platone 547 , e non è improbabile<br />

che alcuni degli esiti della loro riflessione, come ad esempio la definizione<br />

aristotelica sopra menzionata, abbia contribuito alla ridefinizione della posizione<br />

'platonica', prendendo in un certo qual modo le distanze da affermazioni 'paradossali'<br />

come quella dell'Alcibiade I : "l'uomo è nient'altro che la sua anima" (130 c). Si noti<br />

tuttavia che per quanto Aristotele non si avvalga di un modello dualista per fornire<br />

una definizione dell'uomo, nella sua riflessione etica si trovano espliciti riferimenti a<br />

più ordini distinti di 'beni', dell'anima e del corpo, della vita.<br />

4) 1)+2)+3) = l'arte della vita è una saggezza conservatrice dell'uomo nella sua<br />

interezza, coadiuvante l'opera della natura: "hoc sapientiae munus esse dicebant, ut,<br />

cum eum tueretur qui constaret ex animo et corpore, in utroque iuvaret eum ac<br />

contineret"<br />

547 v. Dillon (2007), pp. 349-356.<br />

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