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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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che studiò insieme ad Aristotele, nel descrivere l’episodio della ‘lezione sul bene’ di Platone,<br />

sembra presupporre che Platone facesse lezione in un luogo privato, anzi l’affluenza alla<br />

lezione di persone che poi rimarranno deluse sembra implicare la natura pubblica, a entrata<br />

libera, di queste riunioni 225 . Tuttavia sarebbe azzardato trarre da questi elementi una qualsiasi<br />

conclusione ferma sulle modalità organizzative della scuola.<br />

Se cerchiamo infine una traccia di questo possedimento nelle testimonianze relative alla vita<br />

dei primi successori di Platone, la pista si interrompe al suo principio : Speusippo avrebbe<br />

continuato a risiedere in città e non nei pressi dell’Academia, stando alla testimonianza<br />

secondo la quale nell’ultima parte della sua vita doveva servirsi di una lettiga per recarsi da<br />

casa all’Academia 226 ; Senocrate e Polemone invece sono detti aver risieduto<br />

nell’Academia 227 : Senocrate sembrerebbe aver vissuto in una casa di molto modeste<br />

dimensioni, stando all’aneddoto secondo il quale avrebbe dovuto ospitare l’etera Frine,<br />

mandata espressamente per saggiare la sua continenza, direttamente nel suo letto per<br />

mancanza di altro spazio 228 ; Polemone infine, secondo quanto attestato in Academicorum<br />

Historia, avrebbe vissuto insieme a Cratete, presso un certo Lisicle ateniese 229 ,<br />

presumibilmente nei pressi dell’Academia, e i suoi discepoli scelsero di costruire delle piccole<br />

abitazioni nei pressi dell’ Esedra, là dove teneva le sue lezioni, sul suolo dell’Academia 230 .<br />

Quest’ultima testimonianza, esente dal velo problematicamente aneddotico delle altre due, ci<br />

fornisce un’informazione circostanziata sull’evoluzione della vita della scuola, nella misura in<br />

cui suggerisce un consolidamento della vita in comunità tra maestro e discepoli, che ruota<br />

intorno al solo territorio dell’Academia, senza riferimento alcuno ad un giardino privato. È<br />

ragionevole pensare infatti che se la scuola avesse potuto disporre di un fondo privato,<br />

sarebbe stato lì, piuttosto che in un luogo pubblico, che i discepoli si sarebbero organizzati per<br />

risiedere, e le fonti non avrebbero esitato a sfruttare questo elemento per mettere in luce la<br />

compattezza della comunità degli academici. Il giardino presso il quale Platone avrebbe<br />

dimorato di fatto scompare dalle testimonianze per poi riapparire in epoca tarda. O meglio,<br />

forse sarebbe più corretto dire che nella prima fase della storia dell’Academia antica è il solo<br />

riunione con l’espressione ἐν λέσχαις ταῖσδε.<br />

225 Aristoxenus, Elementa harmonica, 39-40. Le persone che si recano ad ascoltare Platone sembrano avere<br />

delle aspettattive in linea con le opinioni comuni; non sembrerebbero dunque essere esclusivamente studenti<br />

di filosofia, né tantomeno fini conoscitori della filosofia platonica: v. 39, 10-13: «προσιέναι μὲν γὰρ<br />

ἕκαστον ὑπολαμβάνοντα λήψεσθαί τι τῶν νομιζομένων τούτων ἀνθρωπίνων ἀγαθῶν οἷον πλοῦτον,<br />

ὑγίειαν, ἰσχύν, τὸ ὅλον εὐδαιμονίαν τινὰ θαυμαστήν».<br />

226 D.L. IV, 3.<br />

227 D.L. IV, 6-7; Plut., De exilio, 10, 603 c : « ἡ δ' Ἀκαδήμεια, τρισχιλίων δραχμῶν χωρίδιον ἐωνημένον,<br />

οἰκητήριον ἦν Πλάτωνος καὶ Ξενοκράτους καὶ Πολέμωνος αὐτόθι σχολαζόντων καὶ καταβιούντων τὸν<br />

ἅπαντα χρόνον ».<br />

228 D.L. IV, 7.<br />

229 D.L. IV, 22.<br />

230 Philod., Acad. Hist., col. XIV, 35-41; D.L. IV, 19.<br />

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