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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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modalità di pensiero in rapporto ai fenomeni, sia nel senso specifico di insieme di<br />

persone con una chiara identità dottrinale, sostenitore di un sistema teorico<br />

coerente, che fa capo a un personaggio fondatore riconosciuto 506 (v. Luc. 129:<br />

"Megaricorum fuit nobilis disciplina, cuius, ut scriptum video, princeps<br />

Xenophanes"; Fin. III, 36: "praeter tres disciplinas, quae virtutem a summo bono<br />

excludunt"; Fin. III, 11; Luc. 98: "qui ipsorum disciplinam sequor"; ND. I, 11;<br />

Fin. I, 12; Tusc. II, 4; Fin. V, 9). A coprire questa duplice accezione, il vocabolo<br />

disciplina viene generalmente preferito da Cicerone rispetto al meno frequente,<br />

secta 507 (Leg. I, 38, v. T. 37: "sive etiam Aristonis difficilem atque arduam, sed<br />

iam tamen fractam et coniunctam sectam secuti sunt"; Ac. fr. 20: "Academico<br />

sapienti ab omnibus ceterarum sectarum qui sibi sapientes videntur secundas<br />

partes dari..."; Brut. 31, 120: "Quo magis tuum, Brute, iudicium probo, qui eorum<br />

[id est ex vetere Academia] philosophorum sectam secutus es, quorum in doctrina<br />

atque praeceptis disserendi ratio coniungitur cum suavitate dicendi et copia";<br />

ND. II, 57-58: "Atque hac quidem ratione omnis natura artificiosa est, quod<br />

habeat quasi viam quandam et sectam quam sequatur"; Cael. 40: "neque solum<br />

apud nos, qui hanc sectam rationemque vitae re magis quam verbis secuti sumus,<br />

sed etiam apud Graecos, ...";); Si confronti parimenti l'uso tecnico dei termini<br />

greci sxolh/ e diatribh/ (v. Glucker (1978), pp. 160-205). sxolh/ (come il calco<br />

latino schola) si applica nel periodo ellenistico sia alle lezioni tenute dai filosofi,<br />

sia ad una scuola filosofica nel suo complesso, in particolare nel particolare<br />

contesto della successione alla guida della scuola stessa; assume dunque nell'uso<br />

un riferimento a un quadro istituzionale, nonostante all'origine il termine non<br />

designi altro che il tempo libero o il tempo libero a disposizione per gli studi<br />

(senso mantenuto da otium in latino), da cui invece il termine disciplina tende<br />

invece a smarcarsi. Ancora più tecnicamente connotato è il termine diatribh/, che<br />

oltre a mantenere il significato originale di 'conversazione (filosofica)', in epoca<br />

506 Diogene Laerzio (I, 20; cfr. VI, 103) e Sesto Empirico (Pyrr. hyp. I, 16-17) fanno entrambi riferimento ad<br />

una doppia accezione possibile di ai(/resij : la prima ampia (o debole), capace di comprendere anche gli<br />

scettici pirroniani, la seconda stretta (o forte), legata ad un sistema coerente di dottrine. Ci sono ragioni per<br />

pensare che Cicerone, posto che fosse consapevole del doppio impiego possibile del termine, tendesse<br />

piuttosto verso la sua seconda accezione, dal momento che non impiega mai disciplina per indicare la scuola<br />

Academica d'impronta scettica di cui è invece profondo conoscitore. Un'eccezione rispetto a quanto appena<br />

detto è l'uso di disciplina in ND I, 11 : "qui autem admirantur nos hanc potissimum disciplinam secutos, iis<br />

quattuor Acedemicis libris satis responsum videtur", dove è senza dubbio da escludere il riferimento ad una<br />

dottrina dogmatica.<br />

507 Glucker (1978), p. 193, elucida l'uso del termine secta presso i grammatici latini e nei glossari medievali;<br />

menziona l'uso ciceroniano del termine in contesti politici e nota la corrispondenza tra l'espressione latina<br />

sectam sequi, frequente in Cicerone, e la formula ai(/resin a)pode/xesqai, abbondantemente attestata nelle fonti<br />

greche considerate.<br />

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