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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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ut, cum plus uno verum esse non possit, iacere necesse sit tot tam nobiles disciplinas").<br />

L'uso della divisio in ambito academico prevedeva dunque verosimilmente l'enfatizzazione<br />

della dissensio dogmatica ed al contempo l'organizzazione delle varie istanze etiche<br />

all'interno di un'argomentazione dialettica, in modo da mostrarne più facilmente le<br />

rispettive debolezze (v. Luc. 131-132 = T. 39). Sappiamo inoltre che uno degli esiti delle<br />

argomentazioni di Carneade era quello di mostrare come la posizione etica stoica fosse<br />

riducibile dialetticamente a quella avversaria. Si congettura dunque che in relazione alla<br />

comune premessa naturalistica del discorso etico, per cui l'indagine del fine ultimo della<br />

vita dell'uomo parte da un'indagine dei primi istinti naturali, la posizione stoica venisse<br />

costretta ad ammettere che i primi oggetti di appropriazione naturale hanno lo stesso<br />

statuto che anche l'istanza peripatetica gli attribuisce, con la sola differenza che gli stoici li<br />

qualificano come 'preferibili', mentre i peripatetici li qualificano come 'beni'. La differenza<br />

tra le due posizioni filosofiche che nel corso del periodo ellenistico si erano<br />

reciprocamente combattute viene ridotta a una differenza puramente terminologica e non<br />

sul fondo delle cose (v. Fin. III, 41: "Carneades tuus (...) propterea quod pugnare non<br />

destitit in omni hac quaestione, quae de bonis et malis appelletur, non esse rerum Stoicis<br />

cum Peripateticis controversiam, sed nominum"; Tusc. V, 120: "cum ea re, non verbis<br />

ponderarentur, causam esse dissidendi negabat") 78 . In alternativa gli stoici possono<br />

scegliere di negare il valore della premessa naturalistica, ma con il conseguente risultato di<br />

ritrovarsi allineati sulla stessa posizione degli indifferentisti come Aristone e Pirrone o<br />

degli intellettualisti come Erillo, esclusi dalla divisio in ragione di un diverso intendimento<br />

delle premesse del discorso etico 79 . La strategia argomentativa carneadea sottoponeva<br />

dunque verosimilmente l'istanza stoica a una doppia pressione critica di revisione dei<br />

propri assunti dottrinali. Nelle mani di Antioco invece l'uso della divisio sfrutta la<br />

dialettica revisionista dell'istanza stoica e peripatetica per affermare positivamente la<br />

coerenza di una posizione etica che sostenga nella formula del telos la presenza allo stesso<br />

tempo della virtù morale e degli oggetti di appetizione naturale. All'interno della versione<br />

della divisio presentata del V libro del De finibus sembra possibile reperire alcuni degli<br />

elementi già funzionali alla strategia carneadea, combinati però con delle aggiunte<br />

verosimilmente antiochee. Le premesse della divisio (Fin. V, 16-17), ovvero i criteri in<br />

78 N.B. La strategia argomentativa che minimizza le differenze teoriche sostanziali tra Peripato e Stoa in ambito etico,<br />

giocando sull'opposizione verbis – re viene comunemente associata ad Antioco d'Ascalona. È invece opportuno<br />

considerare che Cicerone ascrive inequivocabilmente a Carneade l'origine di tale strategia e che essa è stata<br />

impiegata a seconda dei contesti per ottenere conclusioni tra loro anche molto diverse e non equivalenti.<br />

79 v. Fin. IV, 47; 60; 69; per un esposizione del 'dilemma' con il quale vengono confrontati gli stoici, v. Lévy (1980),<br />

pp. 238-251.<br />

xxxvi

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