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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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associata alla differenza che sussiste tra due diversi modelli del discorso etico: l'uno<br />

di tipo 'conformazionista', l'altro invece di tipo 'realizzazionista'.<br />

Come nota già White (1979), l'etica stoica non si basa su un modello<br />

'realizzazionista', ma estrapola dalla natura un concetto d'ordine, consonanza, e<br />

conformità, che la virtù riflette nell'ambito del comportamento dell'uomo, per cui<br />

comportarsi 'secondo la natura' significa comportarsi secondo virtù. Il modello<br />

'realizzazionista' è invece quello che adotta grossomodo Antioco nella sua<br />

interpretazione dell'istanza peripatetica e academica. Il telos della vita dell'uomo è<br />

da questo punto di vista la perfezione degli scopi prefissatesi dalla natura e<br />

rintracciabili nelle sue manifestazioni, ovvero la piena realizzazione delle<br />

potenzialità fisiche e spirituali dell'uomo. Vivere secondo la natura significa dunque<br />

vivere seguendo la direzione dello sviluppo della natura. La diversità tra le due<br />

prospettive non potrebbe essere più profonda, tuttavia non si può negare che<br />

sussistano tra di esse più punti di contatto di quanto questa presentazione sommaria<br />

possa lasciar intendere. Si nota infatti che le due teorie convergono nel porre al<br />

centro le dinamiche naturali di auto-protezione, auto-preservazione, come condizioni<br />

ed effetti dell'istinto primario e anche nel concepire lo sviluppo delle facoltà<br />

razionali dell'uomo, come parte di uno sviluppo naturale. All'interno di entrambi i<br />

modelli la natura e l'arte vengono concepite non secondo l'opposizione binaria<br />

naturale vs artificiale, ma piuttosto in continuità l'una con l'altra: nel modello stoico<br />

la natura, in quanto rivelatrice di un principio d'ordine, è texni/thj, capace di<br />

manifestarsi nel mondo a regola d'arte. Secondo il modello 'realizzazionista' invece<br />

le arti intervengono a prendere le relais del lavoro della natura e l'arte della vita è<br />

tenuta ad imparare dalla natura le direzioni del suo sviluppo. Entrambi questi aspetti<br />

accomunano le due prospettive e le differenziano allo stesso tempo dalle posizioni<br />

assunte dall'epicureismo. A partire da questo tipo di punti di convergenza,<br />

verosimilmente messi in ampio risalto già dalle provocazioni comparative della<br />

dialettica carneadea, Antioco costruiva un discorso etico, capace di far dialogare la<br />

stoa e il peripato su un terreno comune e di edificarvi una soluzione teorica, pensata<br />

ad hoc per risolvere i problemi di incoerenza, identificati dal dibattito ellenistico in<br />

entrambe le posizioni.<br />

La presunta oi)kei/wsij peripatetica presentata da Cicerone e dopo di lui anche da<br />

Ario Didimo, appare dunque come il risultato della ri-costruzione di una posizione<br />

attribuibile alla tradizione vetero-academica e peripatetica, pensata per facilitare il<br />

dialogo con l'istanza stoica. Le affinità lessicali, formali e strutturali, riscontrabili<br />

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