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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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Cicerone avesse accesso ai testi degli academici antichi 45 o che la sua conoscenza delle<br />

loro posizioni fosse interamente filtrata dagli insegnamenti di Antioco. La ricerca sulle<br />

testimonianze filosofiche prende dunque le mosse da uno studio dei pattern di citazione<br />

del nome di Polemone, combinato con uno studio della ricezione delle tattiche<br />

argomentative antiochee all'interno dei testi filosofici di Cicerone, al fine di poter<br />

inquadrare come maggior precisione la questione del rapporto dell'autore rispetto al<br />

contenuto della testimonianza che fornisce.<br />

Un primo stereotipo di citazione risulta immediatamente reperibile: il nome del terzo<br />

scolarca ricorre nel corpus filosofico ciceroniano prima di tutto come icona della<br />

tradizione vetero academica, spesso in associazione con i nomi degli altri esponenti della<br />

filosofia academico-peripatetica, chiamata a rappresentare la prima fase di ricezione del<br />

pensiero platonico. Il rinnovo di un'attenzione rivolta alla tradizione vetero-academica, in<br />

aperta opposizione rispetto alla fase storica dominata dall'interpretazione 'scettica' e<br />

inaugurata da Arcesilao, è il marchio dell'operazione storiografica di Antioco, all'interno<br />

della quale tuttavia la storia della tradizione è già evidentemente una diretta espressione di<br />

una dinamica di interpretazione del 'vero' significato del platonismo. La storiografia<br />

antiochea della tradizione platonica non è dunque un resoconto puramente storico, nel<br />

senso della storia di una serie di avvenimenti che si riallaccia in modo più o meno diretto a<br />

una testimonianza di tipo oculare, quanto piuttosto una riscrittura polemica e<br />

filosoficamente orientata dei rapporti interni di una tradizione condivisa; non è esagerato<br />

infatti dire che i resoconti storiografici antiochei sono innanzitutto uno strumento<br />

dell'interpretazione, impiegati per corroborare l'interpretazione 'dogmatica' dell'identità<br />

platonica. Uno studio di queste testimonianze implica dunque uno studio della modalità di<br />

presentazione ciceroniana dell'operazione filosofica di Antioco d'Ascalona. I testi di<br />

Cicerone sono del resto la principale fonte a nostra disposizione sulla figura di Antioco e<br />

sulla sua proposta filosofica 46 , il che complica enormemente la possibilità di distinguere<br />

all'interno del testo ciceroniano quali elementi dipendano direttamente dal pensiero di<br />

Antioco e quali elementi invece derivino dall'interferenza della prospettiva adottata da<br />

Cicerone stesso su tale pensiero. Dipendiamo dunque doppiamente dal testo ciceroniano<br />

per reperire i criteri di inquadramento del doppio processo di assimilazione e ricostruzione<br />

45 Cicerone non menziona esplicitamente nessuno dei titoli delle opere nè di Speusippo, nè di Senocrate, nè di<br />

Polemone, ma dimostra di essere a conoscenza del testo della Consolatio di Crantore, v. Luc. 135; Tusc. I, 115; III,<br />

12.<br />

46 Una raccolta delle testimonianze è disponibile in Mette (1987), pp. 25-63. Un'altra importante testimonianza sul<br />

discorso etico di Antioco si trova nel testo del libro XIX del De civitate Dei di Agostino, il quale dichiara di rifarsi al<br />

testo del De philosophia di Varrone, che a sua volta avrebbe accolto le posizioni di Antioco.<br />

xx

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