18.06.2013 Views

UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

locum, quem civile recte appellaturi videmur, Graeci politiko/n, graviter et copiose esse<br />

tractatum. (...)"). Nella misura in cui Cicerone intende rendere accessibili in lingua latina<br />

le linee portanti della filosofia antica (Ac.libri I, 3: "philosophiam veterem illam a<br />

Socratem ortam..."), egli si dedica intensamente allo studio e all'approfondimento teorico<br />

delle posizioni filosofiche a cui Antioco fa riferimento. Cicerone lascia inoltre intendere<br />

che il continuo riferimento a Bruto nelle sue opere filosofiche è giustificato dai loro studia<br />

communia (v. Fin. III, 6) 55 ; anche il dialogo (fittizio) con il personaggio di Varrone si apre<br />

dando per scontata una comune formazione filosofica e una comune ammirazione per<br />

l'Academia antica, (v. l'uso della I persona plurale in passi come Ac.libri I, 5: "nos autem<br />

praeceptis dialecticorum et oratorum etiam quoniam utramque vim virtutem esse nostri<br />

putent"; Ac.libri I, 7: "si vero Academiam veterem persequamus, quam nos, ut scis,<br />

probamus, quam erit illa acute explicanda nobis!", che plausibilmente implica un comune<br />

orizzonte di pensiero tra Cicerone e Varrone). Infine il personaggio di Cicerone afferma<br />

esplicitamente, nel contesto di un'autonoma analisi dei termini del dibattito etico, che non<br />

è facile per lui trovare una posizione etica che sia più 'probabile' 56 di quella formulata da<br />

Polemone, dai peripatetici antichi e da Antioco (v. Luc. 139 = T. 40: "quamquam a<br />

Polemonis et Peripateticorum et Antiochi finibus non facile divellor nec quicquam habeo<br />

adhuc probabilius") 57 . Sembrano dunque convivere nella produzione filosofica ciceroniana<br />

due diversi atteggiamenti nei confronti delle proposte filosofiche di Antioco, per cui da<br />

una parte la difesa di un'interpretazione scettica della tradizione academica lo porta a<br />

contestare l'epistemologia dogmatica di Antioco e a mantenere uno spirito critico anche<br />

55 Il concetto di studia communia delimita un terreno condiviso di studio della filosofia, che distingue Cicerone e i suoi<br />

interlocutori dal resto della società romana, senza però implicare un'univoca affiliazione filosofica. Il concetto figura<br />

allo stesso modo nella supplicatio a Catone (Ad fam. XV, 4, 6, Aug. 51: « Haec igitur, quae mihi tecum communis<br />

est, societas studiorum atque artium nostrarum, quibus a pueritia dediti et devincti soli prope modum nos<br />

philosophiam veram illam et antiquam, quae quibusdam oti esse ac desidiae videntur, in forum atque in ipsam<br />

aciem paene deduximus, tecum agit de mea laude »), per cui è evidente che il terreno comune non è rappresentato<br />

dalla coincidenza delle rispettive posizioni filosofiche, quanto piuttosto dalla convergenza più generale dei loro<br />

interessi per la filosofia greca. L'uso dell'espressione 'vera philosophia' (v. Tusc. IV, 6: « itaque illius verae<br />

elegantique philosophiae, quae ducta a Socrate in Peripateticis adhuc permansit et idem alio modo dicentibus<br />

Stoicis, cum Academici ... ») non implica necessariamente un riferimento ad un'univoca posizione filosofica, quanto<br />

piuttosto un contrasto tra l'approccio nobile alla filosofia greca di Cicerone e Catone e l'approccio invece volgare di<br />

altri contemporanei, come per esempio gli epicurei Amafinio e Rabirio (v. Ac.libri I, 5; Tusc. IV, 6-7). Un<br />

riferimento più preciso all'origine 'platonica' dello stoicismo, che permetterebbe di riunire Cicerone e Catone<br />

all'interno della stessa famiglia filosofica, è supposto da Lévy (1992), pp. 107-109. Diversa la lettura di Glucker<br />

(1988), p. 48.<br />

56 Il termine come noto ha precise implicazioni epistemologiche non trascurabili visto il contesto della discussione<br />

degli Academica. v. commento alla testimonianza. Cfr. anche Ad Att. XIII, 19, 3-5: « In eis (sc. libris<br />

Academicorum) quae erant contra a)katalhyi/an praeclare collecta ab Antiocho Varroni dedi, ad ea ipse respondeo,<br />

(…) sunt (…) vehementer piqana/ Antiochia: quae diligenter a me expressa acumen habent Antiochi, nitorem<br />

orationis nostrum, si modo is est aliquis in nobis ».<br />

57 I tre passi qui citati vengono menzionati da Reid (1885), p. 15-16, come prova di un 'qualified approval of<br />

Antiochus' da parte di Cicerone.<br />

xxiii

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!