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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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prima (ex. L'impressione di sollievo data dal bere in uno stato di veglia è<br />

indistinguibile dalla stessa impressione avuta in sogno, v. Sext.Emp., Adv.math.<br />

VII, 402-410; Luc. 84-85). Il risultato è che, non essendoci impressioni<br />

catalettiche a disposizione, ogni eventuale adsensio viene data a impressioni non<br />

catalettiche (incognita – non afferrate), dando così origine ad opinioni, non a<br />

conoscenze salde (cfr. l'uso di videor da parte degli academici criticati da Lucullo-<br />

Antioco: Luc. 51; e gli esempi letterari che dovrebbero confermare il fatto che<br />

adsensio viene talvolta data anche a impressioni false in Luc. 89-90). Questa linea<br />

argomentativa è presentata in questo contesto come compatibile con le posizioni<br />

dei filosofi peripatetici e vetero academici. Cicerone non specifica quale delle<br />

premesse ritiene che gli antichi filosofi condividessero e sembra improbabile,<br />

visto l'andamento del testo, che pensasse di poter contare sul loro sostegno per<br />

ogni punto dell'argomentazione. Limitandoci invece agli ultimi due anelli della<br />

catena sillogistica, Cicerone attribuirebbe verosimilmente agli antichi filosofi solo<br />

l'idea che è possibile dare l'adsensio a impressioni non sicure, ovvero che il<br />

risultato dell'adsensio 378 è talvolta solo un'opinione. Dalla parte di Cicerone sta il<br />

fatto che nel pensiero di Platone e di Aristotele le impressioni dei sensi sono<br />

direttamente legate alla doxa 379 , diversamente da quanto succede invece nello<br />

stoicismo.<br />

v. Sext.Emp., Adv.Math. VII, 217-226 per un resoconto dell'epistemologia<br />

peripatetica con interessanti punti in comune con le questioni qui accennate; in<br />

part. Adv.math. VII, 225-226: “ὅταν γὰρ εἴξῃ ἡ ψυχὴ τῇ ἀπὸ τῆς αἰσθήσεως<br />

ἐγγενομένῃ φαντασίᾳ καὶ τῷ φανέντι πρόσθηται καὶ συγκατάθηται, λέγεται<br />

δόξα” (v. Huby (1989) pp. 107-122).<br />

– vos negatis, Antiochus in primis: cfr. Luc. 66-67. La conclusione sopra<br />

menzionata non viene accolta dagli interlocutori di Cicerone (vos), tra i quali<br />

bisogna intendere tutti coloro che fanno uso dei principi dell'epistemologia stoica<br />

per contestare le posizioni dello scetticismo academico, primo tra tutti Antioco.<br />

Essa viene rifiutata perché sia gli stoici sia Antioco ritengono possibile reperire<br />

impressioni catalettiche alle quali dare l'adsensio. Nella prospettiva stoica<br />

378 L'uso tecnico di adsensio / sugkata/qhsij risale allo stoicismo, come anche probabilmente il conio del<br />

sostantivo sugkata/qhsij. Per attenuare l'anacronismo dell'affermazione ciceroniana si veda l'uso del verbo<br />

sugkati/qhmi “esser d'accordo” in Plato, Gorgia 501c (con do/ca come complemento oggetto); Arist. Top. III,<br />

1, 116a11.<br />

379 v. Plato, Meno 97c; Rep. V, 477 b; VII, 534 a.<br />

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