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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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invece lo stoicismo conserva l'antitesi tra piacere e virtù nel centro della sua teoria<br />

etica.<br />

È interessante notare, inoltre, che nello sviluppo dossografico della Chrysippea<br />

divisio le tre opzioni finiscono per ricalcare la divisione antropologica tra anima e<br />

corpo: v. [Arius Didymus], Dox. A, ap. Stobaeus, Ecl. II, 7, 3 d, p. 48 Wachsmuth:<br />

"Tw=n peri£ te/louj dialexqe/ntwn oi( me£n yuxiko£n ei)=nai dienoh/qhsan, oi( de£<br />

swmatiko/n, oi( de£ mikto£n e)c a)mfoi=n" ; August. De civ. Dei XIX 1, 9: "...ut non<br />

alii in animo, alii in corpore, alii in utroque fines bonorum ponerent et malorum".<br />

– sit sane ita: cfr. Brut. 279; Leg. I, 2.<br />

– quamquam a Polemonis et Peripateticorum et Antiochi finibus non<br />

facile divellor: La formula del fine academico-peripatetica viene richiamata in<br />

causa anche se lo scopo della Chrysippea divisio era quello di escluderne la<br />

plausibilità in quanto commistione di elementi etereogenei, in quanto<br />

contaminazione della virtù con il piacere. Sembrerebbe allora che la formula<br />

resista al criticismo stoico.<br />

Per la prima volta in Cicerone alla formula viene assegnata una paternità<br />

congiunta: Polemone + i peripatetici + Antioco. Si noti che, invece di chiamare in<br />

causa un rappresentante particolare della scuola peripatetica, Cicerone lascia che il<br />

riferimento rimanga complessivo, mentre l'Academia viene evocata attraverso un<br />

unico campione: Polemone. La formula composita del fine sarebbe allora il<br />

risultato di una doppia addizione: a partire dalle riflessioni etiche di Polemone, si<br />

aggiungano elementi della filosofia peripatetica (in generale), in seguito si<br />

aggiunga la prospettiva storiografico-interpretativa di Antioco d'Ascalona. Il<br />

risultato è una concezione composita della formula del fine, il cui scopo è quello<br />

di superare i limiti delle posizioni altrimenti sostenute in ambito etico.<br />

– ne quicquam habeo adhuc probabilius: L'uso dell'aggettivo probabile va<br />

contestualizzato ancora una volta all'interno dell'andamento generale del discorso<br />

di Cicerone in difesa della filosofia academica (scettica). cfr. Augustinus, Contra<br />

Ac. II, 26: "id probabile vel veri simile Academici vacant, quod nos ad agendum<br />

sine adsensione potent invitare...Talia, inquit Academicus, mihi videntur omnia<br />

quae probabilia vel veri similia putavi nominanda: quae tu si alio nomine vis<br />

vocare, nihil repugno (...)";<br />

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