UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

L’analisi puntuale del metodo polemico di Aristotele e la riscontrata propensione di
quest’ultimo per una trattazione congiunta di dottrine tra loro teoreticamente divergenti
inducono Cherniss a rifiutare l’idea di una piena attendibilità delle testimonianze
aristoteliche sulle dottrine (scritte o non scritte) di Platone 21 . Nondimeno le posizioni
filosofiche difese da Speusippo e Senocrate rivelerebbero un’originalità di pensiero e
rielaborazione dei principi dottrinali platonici, che non necessita tuttavia di postulare altre
fonti del pensiero del maestro diverse dai dialoghi a nostra disposizione 22 .
Uno dei grandi meriti di tali considerazioni è stato quello di ravvivare l’interesse per lo
statuto filosofico e istituzionale dell’Academia antica e portare l’attenzione degli studiosi
sui numerosi dibattiti che animavano le scuole filosofiche ateniesi dopo la morte di
Platone. Cherniss propone inoltre di considerare la pratica di insegnamento di Platone
all’interno della sua scuola come non paragonabile alla moderna attività academica per la
trasmissione delle conoscenze, in qualunque accezione essa venga intesa, ma piuttosto
come l’attività di una stimata guida filosofica per la formulazione di questioni teoretiche,
interessata maggiormente a fornire un criticismo metodologico, piuttosto che a richiedere
un’adesione dogmatica alle proprie dottrine 23 .
Questo tipo di approccio alla storia dell'Academia sembra tuttavia essere in contraddizione
con quanto emerge invece dalla letteratura 'dossografica', in base alla quale la critica è
portata a pensare che dopo la morte del suo fondatore la scuola abbia subito una certa
trasformazione, perlomeno in ciò che concerne il ruolo e l’attitudine degli scolarchi. È
un'idea generalmente diffusa che il pensiero di Platone abbia esercitato un'influenza
'autoritativa' sulle riflessioni dei suoi primi successori alla guida della scuola e che questi
ultimi abbiano concepito il loro ruolo di scolarchi come custodi della dottrina del maestro.
Questa è del resto l'immagine della prima fase della storia dell'Academia che alcune
testimonianze sul pensiero di Polemone contenute nel testo di Cicerone (v. Leg. I, 37 = T.
37; Ac.libri I, 34-35 = T. 41) tendono a veicolare; l'intenzione di questo tipo di
testimonianze è chiaramente quella di tracciare una distinzione netta tra una prima fase
21 Ivi, p. 51 : « This is Aristotle’s invariable procedure : to recast into the terms of his own philosophy the statements of
other philosophers and then to treat as their “real meaning” the implications of the statements thus translated. »
22 Ivi, p. 59 : « So the Plato reflected with different distorsions in the criticism of Aristotle and the heterodox systems
of Speusippus and Xenocrates is not a hypothetical Plato of lecture platform or seminar, but the Plato of the
dialogues still extant in their entirety. »
23 Ivi, p.65 : « If the account of Eudemus as reported by Simplicius is accurate, Plato’s role appears to have been not
that of a “ master” or even of a seminar director distributing subjects for research reports or prize essays, but of an
individual thinker whose insights and skill in the formulation of a problem enables him to offer general advice and
methodical criticism to other individual thinkers who respect his wisdom and who may be dominated by his
personality but who consider themselves at least as competent as they consider him in dealing with the details of
special subjects. »
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