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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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ase ai quali vengono selezionate le posizioni etiche che entrano a far parte della divisio e<br />

quelle che invece ne rimangono escluse, risultano compatibili con l'argomentazione<br />

carneadea, che si suppone avesse bisogno di individuare un punto di partenza per la<br />

valutazione della coerenza interna delle varie istanze filosofiche tra cui quella stoica e lo<br />

individuasse proprio in un'assunto comune di tipo naturalistico. Anche la distinzione<br />

introdotta tra 'far di tutto per un fine indipendentemente dal suo raggiungimento' e 'far di<br />

tutto per ottenere un fine' (Fin. V, 19: facere omnia (x) causa, etiamsi id assequi nequeas /<br />

etiamsi non consequare ; obtinenda) inoltre risulta funzionale ad una strategia di<br />

isolamento che ha come target la posizione stoica, la quale figura da sola sul versante del<br />

'far di tutto per un fine indipendentemente dal suo raggiungimento'. Carneade poteva in<br />

questo modo trarre vantaggio dal trasformare quello che per gli Stoici era motivo di vanto,<br />

ovvero il fatto che la loro posizione non fosse analoga a nessun'altra, in un fattore di<br />

ridicolizzazione e indebolimento 80 . L'ultima parte della divisio invece, dove i tre potenziali<br />

oggetti della saggezza pratica vengono considerati in connessione con il concetto di<br />

honestas (Fin.V, 21), non sembra discendere direttamente dalle stesse premesse che hanno<br />

dato forma alle prime due serie di opinioni de summo bono. A differenza di quanto<br />

stabilito dalle premesse, in quest'ultima serie si considera l'oggetto dei primari impulsi<br />

naturali non più come da solo perfettamente sufficiente alla definizione del bene ultimo,<br />

ma tutto ad un tratto lo si trova in connessione con il valore morale. Nella prima parte<br />

della divisio si nota che il valore morale veniva introdotto in forma aggettivale (honestum)<br />

come il risultato di un ragionamento pratico a partire dai primari impulsi naturali 81 ; mentre<br />

nell'ultima serie della divisio il concetto di moralità (honestas) si trova congiunto o<br />

combinato in forma sostantiva con ognuno dei tre oggetti dell'inclinazione primaria ad<br />

illustrare la composizione del fine ultimo. Da un confronto con l'uso varroniano della<br />

divisio, di cui Agostino offre una testimonianza nel testo del XIX libro del De civitate Dei<br />

(v. T. 59), si deduce che un modo per giustificare la struttura dell'ultima serie di posizioni<br />

etiche consiste nell'asserire che il rapporto con gli oggetti di appetizione naturale deve<br />

essere considerato anche alla luce dello sviluppo ulteriore della vita dell'uomo, quando per<br />

effetto dell'insegnamento (doctrina) viene assimilata la virtus, v. De civ.Dei XIX, 1, 2: "ut<br />

80 La distinzione prende di mira in particolare la posizione di Antipatro, il quale distingueva il concetto di skopos come<br />

obiettivo di un'azione da quello di telos come fine di un'azione morale, attraverso il paragone dell'arciere: l'arciere fa<br />

tutto il possibile per colpire il bersaglio, anche se il fine non è il colpirlo, ma il fare tutto ciò che è in suo potere per<br />

colpirlo; cfr. Fin. III, 22 = fr. 18 SVF III; v. Ioppolo (1980), pp. 92-94; LS. 64 F. v. Soreth (1968).<br />

81 v. Fin. V 7, 19 : « ex eo autem quod statuerit esse quo primum natura moveatur, exsistet recti etiam ratio atque<br />

honesti, quae cum aliquo uno ex tribus illis congruere possit, ut aut id honestum sit, facere omnia voluptatis<br />

causa… »<br />

xxxvii

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