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UNIVERSITÉ PARIS-SORBONNE POLEMONE L ... - e-Sorbonne

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liberalis, omnis historia, omnis sermo elegans sumi potest, tum varietas est tanta artium ut<br />

nemo sine eo instrumento ad ullam rem inlustriorem satis ornatus possit accedere. Ab his<br />

oratores, ab his imperatores ac rerum publicarum principes exstiterunt. (...)".<br />

cfr. Polemo fr. 8 Gigante; Antiochus fr. 9 Mette; Krantor T. 5C Mette.<br />

1 poterit Ald. : poteris w || 5 converte te gP : convertere R : convertere te f.<br />

Traduzione<br />

Allora Pisone: – Anche se, disse, non potrà andar a finire così, perché è presente lui –<br />

parlava di me –, tuttavia proverò ad attrarti da questa nuova Academia a quella vecchia,<br />

nella quale, come sentivi dire da Antioco, non si annoverano soltanto coloro che vengono<br />

chiamati academici, come Speusippo, Senocrate, Polemone, Crantore e gli altri, ma<br />

anche gli antichi peripatetici, fra cui il primo fu Aristotele, che, escludendo Platone, non<br />

so se farei bene a chiamare il primo dei filosofi. Volgiti dunque verso di loro, ti prego.<br />

Perché dai loro scritti e dai loro insegnamenti è possibile desumere ogni arte liberale,<br />

ogni scienza storica, ogni finezza di linguaggio, e sopratutto tanto grande è la varietà<br />

delle cognizioni che nessuno senza tale bagaglio potrebbe accostarsi sufficientemente<br />

preparato a nessuna delle cose più importanti. Da loro derivarono oratori, governanti e<br />

capi di stato. (...).<br />

Contesto<br />

Pisone 575 si rivolge al giovane Lucio, cugino molto amato di Cicerone, con un esortazione alla<br />

filosofia, affinché la sua ammirazione nei confronti dei grandi personaggi del passato non<br />

575 Marcus Pupius Piso Frugi Calpurnianus, originario della gens Calpurnia, adottato da Marcus Pupius, dopo<br />

aver servito nella terza guerra contro Mitridate, come legato di Pompeo, divenne console nel 61 a.C.<br />

Nonostante la promettente formazione come orator durante la giovinezza, Pisone abbandonò in seguito la<br />

carriera forense (Brut. 236) e le sue relazioni politiche e personali con Cicerone si deteriorarono<br />

progressivamente ; v. Cic., pro Domo Sua, 13; in Verrem I, 14; pro Plancio 5, 21; pro Flacco, 3; in Pisonem,<br />

26; ad Atticum, I, 12-18; Philip. II, 25.<br />

Nel contesto del V libro del De finibus tuttavia viene rievocata solo l'atmosfera di amichevole confronto al<br />

tempo del loro soggiorno ateniese, senza l'ombra di nessuno dei dissapori che intervennero invece sulla scena<br />

politica negli anni successivi. La scelta di Pisone come interlocutore in questo contesto risulta meglio<br />

giustificata alla luce di alcuni dei giudizi formulati da Cicerone sulla sua cultura personale: (Brut. 236) « M.<br />

Piso quicquic habuit, habuit ex disciplina maxumeque ex omnibus qui ante fuerunt Graecis doctrinis eruditis<br />

fuit. Habuit a natura genus quoddam acuminis quod etiam arte limaverat, quod erat in reprehendidis verbis<br />

versutum et sollers sed saepe stomachosum, nonnumquam frigidum, interdum etiam facetum ».<br />

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